Lo hanno chiesto una settimana fa, oggi si ripetono. Filctem Cgil ha ribadito nuovamente che la Toscana debba partecipare allo “sforzo globale” della produzione del vaccino anti-covid.
Chiedendosi il motivo sul perché l’Italia, che produce l’11% dei farmaci del mondo, si sia autoesclusa dalla produzioni delle dosi contro il covid Cgil si auspica che venga messo in atto “uno sforzo mai compiuto prima d’ora da parte di tutte le Aziende farmaceutiche che si occupano di vaccini in Italia, ma anche una chiara ed esplicita volontà , un impegno forte, della politica, sia del Governo centrale che, per quanto di propria competenza, della Regione Toscana”, si legge in una nota.
Tra i siti individuati c’è nuovamente lo stabilimento Gsk di Rosia. “ha un potenziale enorme in termini produttivi, soprattutto nel settore dell’infialamento e del confezionamento. Trasferire da un’altra Azienda agli stabilimenti di Rosia un prodotto, o parte del processo, prevede delle procedure che normalmente impiegherebbero molti mesi, ma se è stato realizzato un vaccino in un anno si può ragionevolmente pensare che si possa fare anche altro in brevissimo tempo – continua Cgil-In tal modo non solo il nostro Paese avrebbe più dosi a disposizione per le vaccinazioni, uscendo da una posizione di debolezza che la vede solo finanziatore ed acquirente, ma il territorio senese e quello toscano, con il loro indotto, registrerebbero significativi incrementi occupazionali”.
“Riteniamo, superando qualsiasi forma di pregiudizio e con il coinvolgimento di tutti gli attori decisionali, Regione Toscana compresa, che sia giunto il momento di unire le forze e che anche l’Italia e GSK possano contribuire a sconfiggere questa enorme piaga planetaria”, concludono dalla Cgil.