Covid, il professor Neri: “La lotta al virus sarà permanente. E non dobbiamo affrontarla in modo provinciale”

“La lotta alle malattie infettive è permanente e va combattuta come una guerra, con tutti gli strumenti a disposizione”   perché “il covid sarà ancora emergenza e noi non dobbiamo affrontarla in modo provinciale, perché la guerra per il vaccino deve essere internazionale o europea”.

Così è intervenuto il professor Paolo Neri, nipote di Achille Sclavo, ordinario di Biochimica e fondatore del Centro ricerche dell’Istituto Sclavo. Contro il coronavirus, ha continuato,  “il vaccino può essere comparato all’aviazione, ma servono anche le truppe di terra, il genio militare, l’intelligence che è la diagnostica visto che combattiamo con nemici invisibili che vanno resi visibili”.

Ieri intanto c’è stata la presentazione in Comune di ’La guerra dei vaccini. Cosa può insegnare la vicenda di Albert B. Sabin’ che Neri ha scritto insieme a Paolo Leoncini. La presentazione dell’opera è stata invece affidata a Vittoria Pellegrini.

 

 

Nel volume si parla in particolare del rapporto del virologo statunitense con la nostra città e della storia del vaccino contro la poliomelite.  “Si troveranno notizie storiche non conosciute. Parliamo della vita di Sabin e del suo impatto nell’Istituto Sclavo. La sua è una vicenda romanzesca piena di contraccolpi, fallimenti ma anche successi”, sottolinea Neri. “Questo libro smentisce molte leggende che sono fiorite intorno alla sua figura.  E poi si capisce come si è sviluppato il fenomeno no-vax, con alcuni riferimenti al vaccino anti-vaiolo che fu condannato dalla Chiesa Cattolica

“La guerra dei vaccini si chiama così perché è quella che c’è stata tra il vaccino di Sulk, quello di Sabin e quello antecedente di Koproswki-prosegue Neri-. Ma ci sono anche molti insegnamenti: ad esempio come una comunicazione fallace è causa di molte incomprensioni, anche ora: in questi mesi ho assistito in tv ad una serie di ospitate di virologi che hanno parlato del vaccino, senza mai fabbricarlo”.