
Sulle cure palliative in Toscana c’è ancora molto da fare? “Direi proprio di sì. Ed è esattamente questo il punto. L’esperienza internazionale dimostra che dove esiste un accompagnamento serio, dove le cure palliative sono ben strutturate e il dolore è affrontato con competenza e umanità, le richieste di suicidio assistito calano drasticamente. Crediamo nel valore della vita come in un principio inviolabile. Per questo andiamo in questa direzione”.
Lo dice l’arcivescovo di Siena, presidente della Conferenza episcopale toscana e cardinale Augusto Paolo Lojudice a margine del dell’incontro promosso dal network “Ditelo sui tetti” e dall’”Osservatorio di Biotica di Siena” da titolo “La sanità toscana e il diritto alle cure palliative. Non temerai alcun male”.
Oltre al cardinale partecipano l’avvocato Domenico Menorello, coordinatore del network “Ditelo sui tetti”; la dottoressa Costanza Galli, direttrice Uoc cure palliative dell’Asl Nord ovest; i vicepresidenti del consiglio regionale Stefano Scaramelli e Marco Landi, rispettivamente in quota Italia Viva e Lega.
All’inizio dell’evento gli organizzatori hanno presentato un protocollo operativo che mira a potenziare la rete regionale attraverso una maggiore tempestività della presa in carico, la continuità dei percorsi assistenziali, una generale semplificazione burocratica negli accessi ed una migliore comunicazione rivolta sia alla popolazione che a professionisti, operatori sanitari e medici di base.
“Occorre riscoprire lo spirito originario dell’ospedale significa restituire alla sanità una dimensione più profondamente umana, dove la cura non si limita alla terapia, ma si fa presenza, vicinanza e accompagnamento. È tempo di costruire una medicina che non solo guarisce, ma consola. Una medicina che, come accadeva un tempo a Santa Maria della Scala, sappia accogliere ogni persona come un pellegrino da onorare. Una medicina davvero libera”, ha detto il vice presidente dell’Osservatorio Paolo Delprato.