Forziero e Campanile, due carabinieri uccisi da un folle. Siena li ricorda, 33 anni dopo

Trentatré fa oggi morivano sotto i colpi di pistola di Sergio Cosimini due giovanissimi carabinieri in forza al Radiomobile della compagnia di Siena. Per Mario Forziero e Nicola Campanile la vita si si spense quel primo giugno del 1990.

Un dramma che colpì al cuore tutta la città e sconvolse la tipica tranquillità di Siena. E dopo 33 anni i senesi ancora ricordano tanto che la piccola chiesa di San Girolamo a malapena ha contenuto quanti hanno voluto essere vicini, ancora una volta, agli uomini dell’Arma.

All’iniziativa odierna era presente il sindaco di Siena Nicoletta Fabio (alla sua prima uscita ufficiale da primo cittadino, ndr.), il prefetto Matilde Pirreira, il presidente della provincia David Bussagli, i vertici delle forze dell’ordine provinciali, i rappresentanti dell’Associazione nazionale carabinieri, i carabinieri di Siena e il loro comandante provinciale, il colonello Angelo Pitocco.

La messa alla memoria dei due militari è stata officiata dal cardinale Augusto Paolo Lojudice e dal cappellano militare Don Pietro Folino Gallo. Successivamente sono state deposte due corone di alloro sul luogo dell’eccidio.

Quel primo giugno di 33 anni fa era una giornata tranquilla. Faceva caldo; Forziero e Campanile stavano perlustrando la città. Normali controlli quando in via dei Gazzani notarono un giovane in sella ad un ciclomotore che stava procedendo in contromano. Lo fermarono e non immaginavano neppure lontanamente che fosse armato.Fu un attimo e quello sconosciuto estrassee una pistola e sparò verso i due carabinieri ferendoli mortalmente. Scappò e venne bloccato al terminal degli autobus. Si trattava di Sergio Cosimini nato e residente a Firenze. Aveva già ucciso qualche giorno prima proprio nella sua città natale uccidendo il padre di Marco Cordone. Ma tutto questo fu scoperto solo qualche giorno dopo il duplice omicidio di via dei Gazzani.

Cecilia Marzotti