
Era l’1 giugno del 1990 quando morivano sotto i colpi di pistola di Sergio Cosimini due giovanissimi carabinieri in forza al Radiomobile della compagnia di Siena: Mario Forziero e Nicola Campanile
Un dramma che colpì al cuore tutta la città e sconvolse la tipica tranquillità di Siena. E dopo trentacinque anni i senesi ancora ricordano, tanto che la piccola chiesa di San Girolamo a malapena ha contenuto quanti hanno voluto essere vicini, ancora una volta, agli uomini dell’Arma.
Stamani alle 10 il cappellano militare della Legione Carabinieri Toscana ha officiato la messa alla Chiesa di San Girolamo in Campansi. All’evento erano presenti il sindaco di Siena Nicoletta Fabio, il presidente della provincia Agnese Carletti, i vertici delle forze dell’ordine provinciali, i rappresentanti dell’Associazione nazionale carabinieri, i carabinieri di Siena.
Presenti anche i familiari dei due caduti, accompagnati dal comandante provinciale dell’Arma, il colonello Angelo Pitocco. Dopo la messa sono state deposte due corone di alloro sul luogo dell’eccidio
Alla memoria è stato riportato il tragico fatto. Forziero e Campanile furono colpiti durante un controllo da uno sconosciuto che era stato notato a bordo di un ciclomotore. Entrambi furono trasportati al policlinico di Siena ma morirono per le gravi ferite riportate. L’autore del reato, riuscito inizialmente a dileguarsi a piedi nel centro storico cittadino, venne bloccato dalle altre forze di polizia, giunte in aiuto dei militari.
Ai carabinieri Mario Forziero e Nicola Campanile, il 21 dicembre 1990, con decreto del Presidente della Repubblica è stata concessa la Medaglia d’oro al valor civile alla memoria, la massima ricompensa per premiare atti di eccezionale coraggio che manifestano evidente virtù civica, con la motivazione di seguito riportata: “Componenti pattuglia automontata mentre si apprestavano all’identificazione del conducente di un motociclo, venivano fatti segno di un’improvvisa azione di fuoco. Benché gravemente feriti, cercavano di reagire con l’arma in dotazione ma, nel disperato tentativo di inseguire il malvivente, si accasciavano al suolo. Splendido esempio di giovani vite immolate con grande ardimento ed altissimo senso del dovere.”