Sono tantissime, grintose, hanno gli occhi pieni di speranza e sognano la vittoria: sono le millennials contradaiole. Ragazze cresciute con l’amore per i propri colori che stanno ancora cercando o hanno già trovato il loro posto, il loro ruolo all’interno della Contrada e quando sono in palco cantano tutte insieme gli stessi “rocchi”. Coloro che, appena terminata la prova si preparano al servizio per i cenini durante i giorni del Palio. “Fin da quando ero piccola mi sono sempre considerata una “donna” in contrada, piuttosto che una cittina. Uno dei momenti più belli è stato quando mi hanno comunicato che avrei potuto iniziare a servire alle cene – spiega Marianna Barsotti – ero fin troppo entusiasta, ma ero felice di poter aiutare concretamente la Contrada”.
Marianna ricopre con entusiasmo il ruolo di addetta ai giovani per la Contrada della Pantera, e si sente onorata a svolgere qualsiasi tipo di compito le venga affidato. A questo proposito commenta: “C’è dello straordinario nel servizio e lo percepisci quando ti rendi conto che è così che si impara a vivere insieme, lavorando tutti per il bene comune, il raggiungimento di un obiettivo, dando ognuno, nel proprio piccolo, il meglio”. Le ragazze e le donne, svolgono le mansioni più disparate all’interno della contrada, ma non è raro che si trovino davanti una “barriera invisibile” che le separa dai ruoli più importanti. Le eccezioni ci sono e ci sono state, ma di fatto è difficile arrivare anche solo a pensare, prima che a rendere possibile, una sorta di pari opportunità. “Le cose stanno cambiando, anche se gradualmente – spiega Benedetta Angeli – è impossibile scindere l’aspetto politico e sociale dalla contrada, ma la tradizione può coesistere e convivere con l’avvicinamento delle donne ai ruoli più ambiti, stiamo facendo passi avanti ma potrebbe andare meglio”. Per Benedetta, giovane contradaiola della Chiocciola, l’abbraccio tra Daniela e Laura, ovvero le due donne che andarono a prendere il cavallo durante la Tratta di luglio, ha significato un gesto di vera complicità femminile. Un gesto apparentemente semplice ma che può accendere una luce nelle coscienze di tanti contradaioli e contradaiole, la stessa luce di cui risplendono le citte quando durante un servizio lasciano i vassoi per un momento e cominciano a cantare. Allora sarà difficile per tutti gli altri presenti alla cena non unirsi alle loro voci.
Clelia Venturi