Domani, martedì 11 ottobre alle 18.00, nell’affascinante cornice della Cripta della Basilica di San Domenico, si terrà “Dare la vita per l’opera di un Altro”, un incontro pubblico con cui il movimento ecclesiale di Comunione e Liberazione intende inserire Siena all’interno delle celebrazioni per il centesimo anno dalla nascita del suo fondatore Don Luigi Giussani (1922-2005).
Il titolo scelto per l’incontro vuole richiamare l’espressione coniata a inizio degli anni Novanta da Don Giussani come riferimento al passo evangelico “Nessuno ama tanto come chi dà la vita per i propri amici” (Gv 15,13). Espressione con cui il sacerdote brianzolo, che ha dato vita all’esperienza del movimento Comunione e Liberazione, desiderava indicare l’obiettivo di una vita cristiana: che ogni circostanza e le azioni della giornata siano ricerca di un’amicizia con Dio, generando una presenza originale nella realtà.
Tale sensibilità si ritrova nell’importanza attribuita da Don Giussani all’educazione dei giovani, elemento cardine della sua proposta. Rivolgendosi a loro con parole ed esempi che provenivano dal loro sistema culturale, il sacerdote li ha guidati in un percorso che parte necessariamente dalla piena conoscenza di sé stessi: non per imporsi sull’altro, ma per poter incontrare e accogliere l’altro. Una vera e propria educazione sociale i cui valori hanno portato Don Giussani a contatto con le personalità più svariate, con un approccio realmente ecumenico e aperto a ogni dialogo – da quello celebre coi monaci buddisti del monte Koya, agli incontri con personalità dell’arte come il pittore William Congdon o con lo scrittore, regista e autore teatrale Giovanni Testori – che ha inteso generare in chi lo seguiva la stessa apertura alla valorizzazione di ogni esperienza.
Cosa ha smosso Giussani in chi lo ha incontrato? Come la sua sensibilità, straordinaria e peculiare, può permanere oggi in seno alla vita della Chiesa? A queste domande tenteranno di rispondere, tramite il racconto della loro amicizia personale o l’incontro attraverso gli scritti che ha lasciato, i tre relatori protagonisti dell’evento: il Cardinale Augusto Paolo Lojudice, Arcivescovo Metropolita della diocesi di Siena, Colle Val d’Elsa e Montalcino e Vescovo di Montepulciano, Chiusi e Pienza, Monsignor Paolo Pezzi, Arcivescovo Metropolita dell’Arcidiocesi della Madre di Dio di Mosca – che parteciperà in videocollegamento – e Gian Corrado Peluso, per anni a Siena e ora docente presso la Scuola Italiana internazionale “Aldo Moro” di Bucarest, che ha dedicato la vita all’ambito educativo e missionario.