Il Rubicone è ormai alle spalle: Intesa è pronta a cedere il 25% di Estra e finalmente le nozze con Alia s’hanno da fare. I cda delle due società hanno approvato e dato mandato ai rispettivi presidenti di sottoscrivere la lettera di intenti per il conferimento delle quote di Estra.
E questo è il passo decisivo per fare entrare la società a partecipazione pubblica, di cui sono azionisti 34 comuni senesi, nella holding toscana dei servizi. Per quel 25% di Estra Alia ha assicurato ad Intesa due posti nel cda e un sindaco revisore dentro alla governance, un piano da 150 milioni di euro per la transizione energetica, una sede operativa a Siena, tutele per il personale e per le nuove assunzioni, mantenimento della redditività nel progetto e del livello degli investimenti per il territorio.
Per Siena e provincia la situazione, rispetto a qualche mese fa quando c’era il timore di restare marginali sul fronte multiutilty, è ora completamente ribaltata.
Il merito, secondo il presidente di Intesa Andrea Rossi, è della linea compatta e coerente che hanno tenuto tutti i primi cittadini della provincia. “Non era semplice tornare su un progetto del genere – ammette – . Si sono spesi per i loro territorio e per la loro provincia garantendo a tutti un progetto di aggregazione industriale sui servizi”.
La cessione del pacchetto di Estra è vicina ma ci si aspetta una stasi del percorso con l’inizio della campagna elettorale. L’esito della tornata però non dovrebbe essere un ostacolo alla conclusione dell’operazione.
I 150 milioni di finanziamenti in arrivo saranno fuori tariffa. Il che significa che non si tratta di costi che ricadranno nelle bollette degli utenti ma saranno letteralmente investimento dell’azienda.
E la reazione di Estra quale è stata? “Per loro non era una novità. Anche perché prima di noi è stata la componente aretina ad aver firmato un accordo con Alia per la quota spettante di Coingas…”.
Katiuscia Vaselli