La Pianese corona il sogno serie C e torna tra i professionisti dopo quattro anni. Prosperi: “I ragazzi se lo meritano, siamo sempre stati in testa”

La Robur ha chiuso un cerchio perfetto, terminando imbattuta il campionato di Eccellenza, ma questo weekend a prendersi la scena è stata la Pianese di mister Fabio Prosperi. Con la vittoria di ieri contro Seravezza, infatti, la squadra di Piancastagnaio ha conquistato la promozione in Lega Pro con una giornata di anticipo, dopo un campionato quasi sempre in testa e senza fare sconti alle corazzate di Livorno, Grosseto e Follonica Gavorrano. Dopo quattro anni, dunque, la società di patron Sani torna tra i professionisti, grazie anche ai gol del bomber senese Guglielmo Mignani, che ieri non ha segnato ma si è sacrificato per la squadra rimettendoci anche un dente.

“È stata una stagione straordinaria, dominata dall’inizio – commenta Fabio Prosperi, allenatore Pianese -. Tutti all’inizio parlavano del Livorno o del Grosseto, ma non sono mai state prime in questo campionato e il merito è prima di tutto dei ragazzi, che hanno sempre lavorato senza mai risparmiarsi e ieri sono stati ripagati. Alla fine, è stata una cavalcata incredibile, ma io avevo capito da subito che la squadra era forte. L’obiettivo era quello di centrare i playoff ed ero sicuro di arrivarci, poi abbiamo fatto un filone di vittorie enorme e comunque quando non abbiamo vinto si respirava sempre un’aria di positività”.

Manca ancora una partita prima della fine del campionato, poi ci sarà un’estate per costruire una squadra per la serie C. Come commentò Mignani la scorsa settimana e come confermato da Prosperi però, il pensiero principale è volto alla stagione, che solamente ieri ha visto la Pianese trionfare.

“Non abbiamo ancora pensato al prossimo anno, perché ieri dovevamo ancora chiudere il conto per la serie D – spiega Prosperi -. La nostra è una rosa di valore, ma è chiaro che una categoria di differenza è notevole. Tuttavia, non abbiamo ancora affrontato il tema della prossima stagione, ma tra un po’ si parlerà anche di questo”.

Pietro Federici