La storia di Martina Marrocchi, è una storia di volontariato e di inclusione. Martina è una parrucchiera con un salone in pieno centro a Siena ed un giro di clienti avviato. Da qualche anno ha deciso di intraprendere la strada della solidarietà, regalando un po’ del suo mestiere a persone che non si possono permettere un taglio di capelli.
Quando e come nasce questa iniziativa?
“La mia iniziativa nasce nel 2017, all’epoca avevo bisogno di stimoli lavorativi ed, inoltre, uscivo da un periodo non semplicissimo della mia vita. Questo stato delle cose mi faceva avvertire la necessità di restituire qualcosa al prossimo. Lessi dell’esistenza di progetti simili all’estero, una volta preso spunto il resto è venuto da sé”.
Un servizio di beneficienza importante, ma chi è che usufruisce di una simile iniziativa?
“Le persone sono tante, ed ovviamente nell’ultimo anno, purtroppo, sono anche aumentate. Tendenzialmente sono uomini soli che hanno superato i quaranta anni, persone che magari erano venute a Siena per lavorare e che hanno perso famiglia e lavoro. Questa, in effetti, è proprio la chiave della mia iniziativa: persone sole e bisognose che vivono nella costante speranza di qualcuno che gli offra un lavoro. Io cerco di aiutarli dandogli il trattamento di un qualsiasi cliente pagante e la possibilità di rendersi presentabili per eventuali colloqui di lavoro. A volte sottovalutiamo quanto la dignità e il rispetto per una persona passi anche da un semplice taglio di capelli”.
La sua iniziativa ha preso velocemente quota, ed ha riscontrato successo.
“Sì, assolutamente. All’inizio mi capitava di avere persone che venivano a sapere della mia proposta e che si presentavano direttamente al salone. Oggi mi dà una mano la Caritas di Siena, che ovviamente ringrazio. Ringrazio anche suor Nevia, il cui aiuto è fondamentale. Ho deciso di farmi aiutare quando ho visto crescere il numero delle persone. Affidarmi a qualcuno è stata una scelta obbligata dalla necessità di tutelare la mia persona.
Quanto la ha arricchita una simile esperienza?
“Tantissimo, ho scoperto l’esistenza di persone che per la maggioranza della popolazione sono invisibili. Questi uomini passano le loro giornate vagando per la città senza fare nulla, quando tutto quello di cui avrebbero bisogno sarebbe avere un ruolo attivo nella società. Capita di commettere delle scelte sbagliate nella vita, però sono casi che la società ha completamente abbandonato. Io ho avuto anche modo di instaurare rapporti di amicizia con qualcuno di loro, in particolar modo non dimenticherò mai la storia di Gabriele”.
Ci vuole raccontare la storia di Gabriele?
“Gabriele era un signore svizzero, la sua è una storia lunghissima, da cui si potrebbe trarre un film. Adesso Gabriele non c’è più, ma so che lui si stava riscattando. Poco prima di lasciarci, era tornato a Siena, mi è venuto a cercare e abbiamo cenato insieme. Mi ha aggiornato sulla sua vita, della sua famiglia e infine mi ha dato una sua poesia. Gabriele è una persona che non mi dimenticherò mai.
Per chi volesse, c’è un modo per contribuire a questa iniziativa?
“Certamente, non sono poche le persone che decidono di passare in negozio e lasciare un taglio pagato o regalare qualcosa. L’anno scorso, grazie alle donazioni, abbiamo anche avuto la possibilità di donare qualcosa da mangiare nel periodo natalizio”.
Emanuele Giorgi