Il 22 ottobre 1847 viene definitivamente accusato, per i gravi fatti di pubblica violenza accaduti dopo il Palio del 2 luglio 1846, Ferdinando del fu Stefano Poggiolesi, nato e domiciliato a Siena, di anni 32, coniugato senza figli e di professione calzolaio. I fatti per i quali era stato accusato Ferdinando sono davvero eccezionali: nel luglio dell’anno precedente nel “giorno nel quale sulla piazza del Campo di detta Città di Siena si corre ogni anno un famigeratissimo palio di cavalli”, i senesi assistono ad una Carriera davvero combattuta e incerta. Sette Contrade partono in un gruppo quasi compatto e si alternano al comando. Arrivano in volata la Civetta, l’Oca con Storto e l’Istrice con Bicchierino. Sagrino riesce a spuntarla di pochi centimetri e al termine della Carriera i Giudici decretano la vittoria della Civetta apprestandosi a consegnare ai contradaioli il drappellone. Molti ocaioli, però, sono convinti di aver vinto e in queste fasi concitate il Poggiolesi, come si legge negli atti del processo, “parteggiante caldissimo dell’altra contrada dell’Oca …si diede a clamorosamente protestare che ingiusto era stato quel giudizio in favore del cavallo della contrada rivale, sostenendo che la vittoria era stata invece riportata dall’cavallo dell’Oca suddetta”, così spalleggiato da un gruppo nutrito di contradaioli di Fontebranda sale sul palco dei Giudici, si impossessa del drappellone e lo porta in trionfo per la città “non senza grave scandalo pubblico, e pericolo ancor che la pubblica pace fosse turbata per le reazioni che colla massima facilità potevano destarsi”. Il Cencio viene recuperato e consegnato ai legittimi vincitori solo il giorno successivo.
Maura Martellucci
Roberto Cresti