Nascondeva la cocaina nel suo ufficio di Firenze, 36enne valdelsana finisce in manette

Nascondeva oltre un chilo di cocaina nel suo ufficio in provincia di Firenze. A beccarla sono stati gli uomini della polizia di stato che mercoledì scorso, 19 febbraio, ha arrestato una donna di 36 anni residente nella val d’Elsa senese di origini albanesi. Così, le forze dell’ordine, attivi nell’ambito di un’operazione di polizia contro la droga nel territorio della Val d’Elsa, zona a nord della provincia senese particolarmente attenzionata dagli investigatori, hanno visto la donna, già conosciuta per le assidue frequentazioni di persone con precedenti penali e di polizia anche specifici. Una volta notata, hanno deciso di osservarla negli spostamenti, pedinarla e perquisirne l’abitazione alla ricerca di droga.

A seguito della perquisizione a casa, sebbene la droga non sia stata trovata, all’interno della camera da letto gli agenti hanno trovato oltre 16mila euro in contanti e, in cucina, una macchinetta per il sottovuoto e il tipico materiale da confezionamento delle dosi. Tutto ciò ha rafforzato il convincimento che la 36enne nascondesse la droga altrove. Grazie al pedinamento svolto nelle ore precedenti, gli agenti della mobile hanno quindi avuto l’intuizione di estendere la perquisizione al luogo di lavoro della donna, un’azienda in provincia di Firenze, proprio al confine con la Val d’Elsa senese. All’interno della cassettiera della sua scrivania hanno infatti trovato uno zaino con all’interno circa 1 chilo e 2 etti di cocaina, suddivisa in varie porzioni, sei sottovuoto di 15 grammi e tre più grandi di 100, 300 e 700 grammi, oltre a un bilancino di precisione.

A quel punto, considerato l’ingente quantitativo di cocaina rinvenuto, gli uomini della squadra mobile hanno arrestato la donna per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, portandola, su disposizione del pubblico ministero di turno della procura di Firenze, al carcere di Sollicciano in provincia di Firenze. Le risultanze delle attività eseguite e degli elementi probatori acquisiti saranno vagliate dal giudice preposto precisando che, per il principio d’innocenza che vige nel nostro ordinamento, la responsabilità della persona sottoposta ad indagine sarà definitivamente accertata solo ove intervenga sentenza irrevocabile di condanna.