Quando ‘volevano spianarmi’ il rione di Provenzano e cambiare in maniera ‘fantaurbanistica’ il volto di Siena

Il 18 febbraio 1364 frate Jacopo di Sant’Andrea propone al Consiglio Generale l’idea di costruire un ponte per collegare San Domenico con il Duomo, sovrastando tutta la valle di Fontebranda. Il Consiglio Generale, colpito dall’utilità pubblica che tale progetto poteva portare, lo approva a maggioranza nella stessa seduta. Il frate proponeva inoltre che, per non gravare troppo sulle casse comunali, venisse concesso gratuitamente il terreno a chiunque avesse voluto assumersi il rischio dell’impresa. Ma nessuno, dati i costi e la difficoltà di realizzazione si presentò.

L’idea, accantonata per secoli, fu ripresa nel 1932 nel Piano Regolatore Generale di Siena. Il piano regolatore del 1932-1936, se mai fosse stato attuato, avrebbe davvero cambiato in modo ‘fantaurbanistico’ l’aspetto di Siena. Siccome si doveva creare, per alleggerire i problemi del traffico e delle strade strette, essendo di foggia medievale, che non permettevano l’uso di nuovi mezzi pubblici di comunicazione, una grande strada che unisse Camollia a Romana, anche l’intero rione di Provenzano avrebbe cambiato aspetto. Il progetto prevedeva, infatti moltissime demolizioni per allargare di Via del Pignattello, la costruzione di un nuovo imbocco in piazza del Sale, l’allargamento di via della Stufa Secca, la costruzione di un nuovo tratto di strada che unisse via Vallerozzi con piazza Santo Spirito passando dietro piazza dell’Abbadia oltre all’ampliamento dei vicoli di Provenzano, del Sasso e di via delle Vergini. Un grande viale, poi, avrebbe congiunto via Provenzano con la valle di Follonica, dove sarebbe dovuto nascere quello che venne denominato “il villaggio degli artisti”.

L’altro grande “sventramento” avrebbe coinvolto proprio il rione di Provenzano, perché sarebbero state “abbattute” molte abitazioni tra via il vicolo di Provenzano e via delle Vergini perché doveva essere costruita una grande piazza che avrebbe isolato, in tipico stile fascista, la Collegiata. La chiesa sarebbe stata aggirata dalla nuova arteria stradale ed era anche progettato un tracciato viario che raggiungeva la chiesa di Provenzano e proseguiva verso Porta Camollia. La realizzazione della piazza sarebbe terminata con una scalinata che avrebbe collegato piazza Provenzano con via delle Vergini e il nuovo quartiere degli artisti. Le due direttrici Camollia-Romana e Camollia-San Marco (l’altra grande arteria anti traffico prevista), sarebbero state collegate tra loro da una di galleria che avrebbe avuto inizio da via della Stufa Secca e sarebbe uscita in via della Sapienza. Insomma, adesso vivrei in un altro rione.

Maura Martellucci 

Roberto Cresti