Siena

Sanità, l’ospedale di Nottola nella rete pediatrica più grande d’Europa

i numeri in questi anni sono cresciuti in maniera esponenziale per l’ospedale di Nottola, ecco allora che si è reso necessario creare un filo conduttivo diretto all’interno di una rete pediatrica europea. I servizi assistenziali di primo livello, si collegheranno direttamente a quelli di un ospedale più grande, il Meyer di Firenze.

“I numeri della pediatria, della ginecologia, del punto nascita sono aumentati in questi anni – dice il direttore sanitario di AUsl Toscana Sud Est Simona Dei, che spiega – ecco perché era fondamentale che un punto nascita come questo, attrattivo per tutto il territorio limitrofo, avesse un collegamento costante e diretto con il centro di pediatria di secondo livello regionale, il Meyer. È importante per mettere in sicurezza i bambini, le loro famiglie, che si rivolgono a questo ospedale”.

Il Meyer di Firenze, che fa da punto di riferimento per le emergenze e molte altre specialità pediatriche per gli ospedali di tutta la regione, grazie al Teleconsulto con Nottola, alla visione di immagini radiologiche e dati sanitari relativi alle condizioni cliniche del paziente, vedrà gli specialisti dei due plessi lavorare in sinergia.

“La telemedicina è – dice Francesca Menegazzo del Meyer per il coordinamento della Rete Pediatrica Toscana – lo strumento principe della Rete. In epoca di Coronavirus la telemedicina è diventata ancora più importante, per garantire una serie di servizi che altrimenti sarebbe davvero molto difficile dare. Risponde alla necessità di prossimità delle cure e di elevate competenze specialistiche con la condivisione non solo di immagini, ma anche di competenze”.

Gli specialisti del Meyer, insieme a quelli di Nottola, potranno valutare il quadro clinico dei piccoli pazienti. “Un contributo fattivo – spiega Flavio Civitelli, Dipartimento materno infantile AUsl Toscana Sud Est – all’inquadramento diagnostico e alla definizione della gravità del caso e delle cure, potendo così valutare assieme ai colleghi la necessità di trasferire il piccolo paziente alla struttura fiorentina oppure continuare i trattamenti nell’ospedale che ha chiesto la consulenza”.

Niccolò Bacarelli

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Niccolò Bacarelli

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