“La diocesi di un cardinale Arcivescovo deve essere esemplare. Chi vorrà fare male al Papa indagherà nelle pieghe dei vizi che riguardano anche noi per trovare qualcosa su cui attaccarlo”, sono le parole dell’Arcivescovo di Siena Augusto Paolo Lojudice durante la messa per la celebrazione per Sant’Ansano, la prima che Lojudice ha celebrato da cardinale.”Oggi insieme alla festa del Patrono non si festeggia la mia creazione a cardinale, che deve essere onore e onere per tutta la chiesa diocesana di cui sono Vescovo. Essere cardinale per me non è salire, ma scendere nel profondo dell’umanità, affrontando il buio, le paure e la tribolazione, soprattutto in un momento in cui la pandemia genera sconforto”.
Nell’ Omelia Sua Eminenza ha scelto il Vangelo secondo Matteo, “il capitolo 10 che ci porta nel discorso apostolico, quello che inizia con la missione dei 12: quella di scacciare gli spiriti immondi e guarire malattie e infermità – afferma-. Gesù in Matteo non nasconde le fatiche e i dolori. L’uomo è lupo, Homo homini lupus, la violenza domina il mondo e il mite ne fa le spese, ma nel mite il male si assolve e qui il lupo vive con l’agnello”, aggiunge. Bisogna essere “prudenti come i serpenti e semplici come le colombe- spiega Lojudice-. La prudenza vuole dire intelligenza nell’accorgersi dell’inganno e nel sottrarsi da esso “. “Nel testo del Vangelo abbiamo altre frasi forti – continua-: ‘il fratello manderà a morte il fratello’. Il male destruttura ogni pietà, non bisogna andare lontano per vedere le violenze che si consumano nella famiglia”.
E sempre sull’argomento del male prosegue la riflessione dell’Arcivescovo: “quando uno fa del male innesca una reazione a catena, fino a quando non trova qualcosa di tanto forte da arrestarlo”. Poi Lojudice affronta l’argomento del martirio: “il martire non è colui che cerca la morte ma colui che vuole la vita”.
La riflessione si sposta sulla celebrazione odierna: “Siena ha vissuto un anno particolare, non ha vissuto i due palii: una grande e privazione per una città che ha fatto di questo un orgoglio. L’ apertura di anno contradaiolo oggi non può essere celebrata secondo il modo tradizionale, ma nonostante tutto questo rimane un giorno di festa”, dice ancora Lojudice che ricorda “a Siena ogni anno arrivano milioni di visitatori che si fermano a guardare la Maestà di Duccio, rendono omaggio a Sant’Ansano, primo patrono di Siena, che si trova ai piedi della Madonna insieme agli altri tre protettori Savino Crescenzio e Vittore”.
Il messaggio finale è un augurio ai senesi di ritrovare la speranza: “da questa paura causata dalla pandemia, dobbiamo reagire. L’anima del Signore fa trovare il coraggio e la speranza nell’esistenza per combattere l’apatia – conclude-. Dio è con noi, ci sostiene e ci accompagna nelle nostre vicende esistenziali”.
Katiuscia Vaselli
Niccolò Bacarelli