“Il presidente della Toscana ci chiede turni di apertura dei sevizi ambulatoriali per 12 ore al giorno dal lunedì al sabato (e siamo pronti a fare anche di più!), e ci ripaga con un’ordinanza con cui compie uno scivolone di pregiudizio ideologico che oscura il rapporto di reciprocità con i dottori che lavorano nei suoi ospedali. Dottori che hanno contribuito in modo determinante a rendere la sanità toscana una delle migliori d’Italia, pur essendo i peggio pagati in Italia”.
Lo stop all’attività intramoenia ha portato all’accusa ad Enrico Rossi che arriva dai sindacati veterinari e medici. L’Intersindacale, in una nota, ha affermato che “la libera professione dei medici a rapporto esclusivo non ha e non può avere relazione con i tempi di attesa perché questi dipendono dal gap di risorse che mancano all’appello di un sistema che, negli ultimi dieci anni, ha subito tagli di ogni genere, mentre i bisogni e le tecnologie aumentano ogni giorno”.
“Certo, la normativa emergenziale può prevedere che si possa- prosegue l’Intersindacale-, in casi eccezionali, chiudere temporaneamente anche l’intramoenia in specifiche strutture, ma chiuderla a priori, in tutta la Toscana, prima ancora di ripartire con le attività assistenziali, non solo è illegittimo ma inaccettabile sotto tutti i punti di vista.”
L’Intersindacale Medica, Veterinaria e Sanitaria della Toscana, se il punto non verrà chiarito, se la politica regionale che ha responsabilità di governo non riuscirà a gestire questa situazione ” aprirà una mobilitazione generale del sistema che come primo atto prevede una diffida che sarà recapitata ai vertici regionali e delle aziende sanitarie – conclude-. Ma non basta, molti professionisti, delusi da come vengono trattati, meditano di passare all’extramoenia. Ambito che ad oggi non sembra soggetto a iniziative estemporanee legate all’umore del politico di turno, che non prevede prelievi da parte dell’azienda che possono raggiungere anche il 50% dei ricavi, che garantisce piena libertà nell’esercizio della professione ed elimina i vincoli di fedeltà ad un sistema pubblico che, purtroppo, in questa fase storica, sembra stare a cuore solo ai professionisti che turno dopo turno garantiscono la salute di tutti”.