Due tweet su X da Elon Musk aprono nuovamente il dibattito sull’uomo che gioca a fare Dio.
Perché se è vero che Telepathy, il primo prodotto della Neuralink, potrà a breve aiutare a vivere tante persone con patologie, resta la domanda se quanto fatto dall’azienda dell’imprenditore di Pretoria sia moralmente corretto.
“Se una nuova tecnologia può aiutare qualcuno a rialzarsi da alcune disabilità e sollevarsi da sofferenze a mio parere questo modo di vedere è eticamente corretto. Se invece la nuova tecnologia è usata per soggetti che non hanno patologie e problemi allora non è chiaro il motivo per cui questo strumento viene prodotto e quali effetti può avere a lungo termine sulla specie umana”.
Sul tema dice la sua Domenico Prattichizzo, del Dipartimento di ingegneria dell’informazione e scienze matematiche dell’Università di Siena. “Ad oggi – aggiunge – non vedo un beneficio reale se non quello che è proiettato alla salute e al benessere dell’uomo”.
Telepathy è uno strumento in miniatura e qualche giorno fa, per la prima volta, è stato impiantato su un uomo che non poteva usare le gambe. L’apparecchio è stato inserito chirurgicamente nel cervello ed è un vero unicum visto che è senza fili. Questo, come rileva Prattichizzo, lo rende utile e versatile rispetto ad altri strumenti.
Il microchip coglie i segnali in arrivo dai neuroni legati all’intenzione di fare un movimento e li traduce in modo che un robot all’esterno possa compiere azioni al posto del paziente.
Sia in Europa che negli states si lavora a progetti simili. Musk starebbe già parlando di costi per la produzione, per cui per il docente dell’Università di Siena non saremmo lontani alla diffusione a livello sanitario. “Credo che in un periodo da cinque a dieci anni potrà essere utilizzato in ambito sanitario”, dice.
MC