Sono stati condannati in primo grado con rito abbreviato dieci agenti della polizia penitenziaria per tortura e lesioni aggravate. Gli imputati sono agenti del carcere di Ranza a San Gimignano. Le sentenza, relativa ai fatti avvenuti ad ottobre 2018, condanna gli imputati a pene che vanno dai 2 anni e 3 mesi fino ai 2 anni e 8 mesi. Oltre alla condanna, per tutti gli agenti è stato disposta l’interdizione dai pubblici uffici per il periodo della condanna erogata ma solo quando la sentenza sarà definitiva. Inoltre, è stato stabilito un risarcimento economico pari ad 80mila euro anche questo da riconoscersi a sentenza definitiva.
Alla sentenza era presente Sofia Ciuffoletti, garante dei detenuti del carcere di San Gimignano, che ha dichiarato: “una sentenza che deve rassicurare tutti. Finalmente la tortura entra nel lessico giuridico di questo paese: il fatto che le botte, le violenze, le omissioni e le minacce che avvengono nel carcere possano essere considerate tortura è una entrata nella storia giuridica di questo paese”.
Di parere contrario Manfredi Biotti, legale degli agenti, che garantisce “faremo appello. La sentenza non ci dà giustizia, non rappresenta l’ambiente carcerario: si sta strumentalizzando una situazione che nei fatti non è quella”. L’avvocato dice che la sentenza non è positiva “per come è stata strumentalizzata. Il mio augurio è che quanto successo il 27 gennaio (giorno in cui è stato diffuso un video dei fatti, ndr.), con tutto ciò che ne è scaturito, non abbia avuto alcun tipo di incidenza sulla valutazione dei fatti, perché sarebbe una cosa assurda”.
L’episodio al centro del processo si è verificato l’11 ottobre 2018, quando un detenuto tunisino di 31 anni in carcere per reati di droga e furti stava scontando una pena ad un anno. L’episodio sarebbe avvenuto durante il trasferimento, da una cella ad un’altra, del detenuto scortato da quindici agenti. I dieci che oggi hanno ascoltato la propria sentenza avevano scelto il rito abbreviato, mentre altri cinque avranno un processo con rito ordinario da tenersi in maggio. L’episodio ai tempi suscitò un vivo dibattito e diverse prese di posizione politiche: Matteo Salvini andò a fare visita agli agenti al carcere di San Gimignano per esprimere la propria solidarietà .