I virus, i batteri antibiotico resistenti e i tumori potrebbero avere in futuro un nemico comune, capace di produrre vaccini velocemente, in grande disponibilità e con costi irrisori qui a Siena.
La sfida è quella della Biomvis – startup che si trova nei locali di Tls e che dall’incubatore sta ottenendo grande supporto – e viene raccontata dal suo Cso Alberto Grandi.
Alla base di tutto c’è uno studio pluriannuale che ha portato allo sviluppo di una piattaforma innovativa basata su vescicole di membrana esterna ingegnerizzate, che è validata sia per le malattie infettive che per i tumori.
“La struttura si caratterizza per la grande flessibilità – spiega Grandi -. E può affrontare patogeni virali, batterici, parassiti ed agire in ambito immunoterapeutico contro i tumori”.
Biomvis al momento ha effettuato test preclinici ed è in fase di negoziazione per ottenere investimenti e proseguire dunque con le analisi sull’uomo.
Tra l’altro, come dicevamo, la startup, insieme ad un team di ricercatori Tls e all’Università di Trento, ha recentemente pubblicato un paper dove vengono evidenziati i dati immunogenetici e sull’efficacia del suo vaccino contro il covid, che si basa sull’utilizzo delle vescicole.
E sono tre i fattori che emergono e su cui bisogna porre l’accento: il primo appunto è l’alta disponibilità di medicinale con un prezzo che sarebbe inferiore ad un dollaro a dose; il vaccino potrebbe essere somministrato poi sia per via intramuscolare che intranasale; infine il vaccino dimostra di avere la capacità, anche se prodotto contro la variante originaria, di cross-proteggere contro altre mutazioni successive. “Questo lo rende unico rispetto ad altri vaccini presenti nel panorama”, chiosa Grandi.
MC