I resti di una scala trecentesca al cui termine è emerso inoltre un pianerottolo a mattoni su cui si imposta una apertura con arco, decorato nell’intradosso con scena figurata, ancora poco leggibile.
Sono le straordinarie scoperte fatte grazie alla Società di Esecutori di Pie Disposizioni che ha finanziato alcune indagini archeologiche condotte sotto l’alta sorveglianza della Soprintendenza di Siena e con la collaborazione dello staff museale del Santa Maria della Scala. L’indagini erano partita perché la Società s’era posta l’obiettivo di individuare l’eventuale prosecuzione della Tebaide, un meraviglioso ciclo d’affreschi rinvenuto oltre 20 anni fa in seguito ad un lavoro di ristrutturazione. L’opera, che raffigura la vita eremitica dei primi padri della Chiesa, fu trovata sopra la volta e sulle pareti di una ripida scala sette-ottocentesca che collega la sede della Società al Santa Maria.
Rimuovendo i detriti posti al di là del parapetto della scala sono stati fatti i due ritrovamenti. La scala trecentesca è “coeva ai dipinti, costituita da 13 gradini, addossata sulla parete est, la quale in alto, nel settore nord, pare proseguire in direzione ovest sopra la volta a botte della scala attuale, al momento non esplorata, mentre sulle pareti sono emerse due figure a fresco, un monaco orante monocromo e una figura di Santo, una piccola volta dipinta con cielo stellato, una balza a riquadri a finto marmo, tutti appartenenti all’intervento pittorico trecentesco”, spiegano dalla Società.
“Questi ritrovamenti danno nuovo impulso a ulteriori indagini e studi, propedeutici al restauro e alla valorizzazione dello straordinario ciclo affrescato-continuano-, un progetto che è stato scelto quale sponsor principale da mister Robert Cope, presidente della Fondazione Vaseppi, grande estimatore dell’arte medievale senese, che di recente ha finanziato il restauro del trittico dell’Assunta di Taddeo di Bartolo a Montepulciano. La Società di Esecutori di Pie Disposizioni, ancora oggi, come peraltro fin dalle proprie origini, è lieta di contribuire all’arricchimento del patrimonio culturale della città di Siena”, concludono.