Documentario di Juri Guerranti sulla politica razziale del regime fascista a Siena

 

partigiani

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Il 5 ottobre 2014 cade il 70esimo anniversario dell’entrata in vigore del Decreto contenente le “Disposizioni per la reintegrazione nei diritti patrimoniali dei cittadini italiani e stranieri già dichiarati o considerati di razza ebraica”, la norma che restituisce agli ebrei i beni a loro sottratti dalle leggi razziali. Per ricordare questo avvenimento, il 6 ottobre la Prefettura e la Banca Monte dei Paschi di Siena promuovono un incontro con la proiezione del documentario “1938-1944: la politica razziale del regime fascista a Siena” di Juri Guerranti. Alla “prima”, che si terrà a Siena, nell’Auditorium della Banca Monte dei Paschi in Viale Mazzini, presenti il Prefetto di Siena Renato Saccone e il Presidente di Banca Mps Alessandro Profumo, prenderanno parte, oltre alle autorità invitate, 210 studenti dell’ultimo anno delle scuole superiori senesi (Istituto Superiore “Piccolomini” di Siena con il Liceo delle Scienze Umane, il Liceo Artistico “Buoninsegna e il Liceo Linguistico “Lambruschini” di Montalcino; Istituto Superiore “Caselli” di Siena con l’Istituto “Marconi”; l’Istituto Tecnico Industriale “Avogadro” di Abbadia San Salvatore, il Liceo Scientifico di scienze applicate e l’Istituto Tecnico).

Sarà presente il Rabbino Capo della Comunità Ebraica di Firenze e Siena, Joseph Levi.

 

Il  documentario è prodotto da Banca Monte dei Paschi di Siena proprio nel 70esimo anniversario dell’abrogazione delle Leggi razziali e della Liberazione del territorio senese. Nel 1944, infatti, con l’arrivo degli Alleati in provincia di Siena termina la persecuzione degli ebrei che sotto l’occupazione nazifascista si erano nascosti per scampare alle deportazioni nei lager tedeschi. Nel documentario di Guerranti si parla approfonditamente di cosa accade agli ebrei durante il periodo della Repubblica fascista di Salò: da una parte la storia di chi si salva dagli arresti e dall’altra la storia di chi muore nelle camere a gas di Auschwitz Birkenau. Tuttavia, il documentario prende in considerazione un periodo più ampio. Si comincia con il 1938, quando sono promulgate le leggi razziali. Anche gli ebrei senesi devono abbandonare la scuola e i posti di lavoro pubblici, perdendo molti diritti e subendo limitazioni patrimoniali. Il documentario si sofferma proprio su quest’ultimo aspetto: la spoliazione dei beni ebraici durante il fascismo. E qui entra in gioco il Monte dei Paschi di Siena che, insieme alle altre maggiori banche italiane, collabora per anni con l’Egeli (Ente di gestione e liquidazione immobiliare), per applicare la legislazione razziale in materia di beni in tutta la regione Toscana. Il documentario racconta tra l’altro che banca è il Monte dei Paschi negli anni Trenta: un istituto di credito di diritto pubblico, ormai non più regionale, guidato da Alfredo Bruchi. L’autore si sofferma poi sul dramma delle persecuzioni durante l’occupazione nazifascista di Siena, quando la Repubblica di Salò sequestra e confisca tutti i beni degli ebrei. Le case, i negozi, i soldi, gli oggetti di vita quotidiana non possono più appartenere agli israeliti che in quel momento pensano solo a salvarsi, scappando e nascondendosi. Gli alloggi e gli averi vengono tolti anche a coloro che nel frattempo erano già stati uccisi ad Auschwitz e di cui, ovviamente, si erano perse le tracce dopo la retata del 6 novembre 1943. Successivamente alla Liberazione, il Monte dei Paschi da macchina di sottrazione di beni si trasforma in macchina di restituzione, prendendo contatto con gli israeliti scampati alla Shoah e tornati a Siena.

Nei 30 minuti del documentario, per raccontare tutti questi avvenimenti, Juri Guerranti si serve di studiosi di storia locale e di ricercatori impegnati da anni sui temi della spoliazione dei beni ebraici. Particolarmente toccanti sono poi i ricordi di due ebrei senesi scampati alla deportazione. Vengono infine riportati anche alcuni ricordi personali di cittadini senesi risalenti al periodo dell’occupazione nazifascista. Affianco alle interviste, vengono mostrati centinaia di documenti conservati nel fondo Egeli dell’Archivio storico di Banca Mps e nel fondo Prefettura dell’Archivio di Stato di Siena. Non mancano poi fotografie d’epoca di proprietà della Banca e giornali custoditi nella Biblioteca comunale senese.