La città del Palio non è solamente arte gotica: sembra strano a dirsi ma Siena è anche arte contemporanea. Parliamo di opere a volte un po’ nascoste, come è nel caso della pera di Cragg agli Orti dei Tolomei (che in realtà è una goccia, ma per i senesi tutti quella statua è nota appunto come “la pera”), lavoro realizzato da uno dei più noti ed apprezzati artisti contemporanei del mondo ma che a Siena è certamente sottovalutata e sottoutilizzata. E parliamo anche delle dieci “lastre d’arte”. Alzi la meno chi a Siena le conosce. In realtà più di una volta capita, passeggiando per le vie del centro storico, di notarle e di domandarsi cosa siano e cosa rappresentino.
Il progetto Si tratta di un progetto nato nove anni fa, nel 2004. Il suo nome, non semplice da decifrare, è di Tempo Zulu. L’idea nacque nella testa di un gruppo di artisti senesi. Un progetto non invasivo e che anzi trova e crea spazio nello spazio. “E’ la città stessa che diventa spazio in questo caso”, spiegano l’artista Bernardo Giorgi e Rita Ceccarelli, presidente dell’associazione guide turistiche senesi. Sono dieci le lastre artistiche posizionate tra le altre: passeggiando con lo sguardo rivolto verso il basso si possono notare in Camollia, alla Croce del Travaglio, in Piazzetta Grassi, ai Servi, al Santa Maria della Scala, altre due vicino al Duomo, nel vicolo delle Scotte, in Piazza Gramsci, in Piazza Matteotti. Sono opera di artisti italiani e stranieri: vi si vedono parole, disegni, idee, concetti. Sono realizzate da artisti: ma non solo da pittori e scultori, quanto anche da intellettuali, cuochi, politici, scrittori, musicisti. Una di queste, quella che si trova in Piazza Matteotti, fu realizzata a quattro mani da un artista e insieme da un politico albanese: ebbene, quel politico, Edi Rama, è oggi diventato il premier albanese.
Il messaggio I luoghi scelti non sono casuali. In Piazza Matteotti, nelle vicinanze del luogo dove all’epoca sorgeva un negozio di McDonald’s, troviamo una lastra realizzata da un noto chef che parla di qualità. Mentre alla Croce del Travaglio, spesso luogo di incontro, si legge la scritta in lingua inglese “Come alone”, ovvero “Vieni da solo”. In un luogo centrale della città, dove è difficile essere da soli. “Può voler dire tante cose – interpreta il messaggio Rita Ceccarelli -: può essere anche un richiamo psicologico ed interiore sulla riscoperta del sé. Ogni opera rappresenta una visione del mondo anche sociale e psicologica”.
Guide turistiche Ma perché le guide sono così interessate a queste lastre? “Perché sono l’esempio che Siena è una città che guarda al futuro e non rimane ferma alle sue bellezze e ai suoi capolavori del passato – spiega la Ceccarelli -. Noi guide abbiamo già organizzato un percorso del trekking urbano basato esclusivamente su queste lastre”.
Promozione Forse, proponiamo, sarebbe bello valorizzare questi luoghi, farli conoscere maggiormente. “Ma l’idea iniziale – spiega Giorgi – fu proprio quella di non etichettare queste opere d’arte e di lasciarle scoprire forse un po’ per caso, o comunque per passaparola, a senesi e turisti. Fu deciso così dopo un’ampia discussione tra gli artisti. So che gli autori sono rimasti affezionati a queste loro opere: a volte, per il Palio, tornano in città e vengono a rivedere queste loro lastre”. “Questo lavoro risponde ad un’idea di turismo slow, quindi lento e anche attento – prosegue Rita Ceccarelli -. E’ come il quadrato magico del Duomo: è lì ma va cercato, non è segnalato e chi viene a conoscenza della sua esistenza si incuriosisce poi sui tanti misteri e le storie che lo circondano”.
Nuove lastre Il progetto si è fermato nel 2006. Ma adesso sembra esserci l’idea di riprenderlo in mano e donare nuove opere alla città. “Questi lavori sono stati tutti realizzati in maniera gratuita – prosegue Giorgi – e quindi donati alla città. Alcune di queste lastre hanno anche un importante valore artistico. Non dico quale, ma una delle dieci ha un valore che si avvicina ai 100mila euro. Adesso potremmo anche realizzarne di nuove, sentiremo al riguardo il parere della nuova amministrazione comunale”.
Clet Abraham Si parla di arte contemporanea e allora torna alla mente il lavoro di Clet Abraham, l’artista che realizza opere sui cartelli stradali. Opere che a Siena sono state, in ben due circostanze, velocemente cancellate e rimosse: “Quando ho letto la notizia sono rimasta scandalizzata – commenta Rita Ceccarelli -. Sono contenta di avere visto a Siena come a Roma le opere di questo artista, ma dispiaciuta per il trattamento che ha ricevuto”. “Sì, la questione – rincara Giorgi – poteva certamente essere gestita meglio”. La conclusione la affidiamo a Rita Ceccarelli che sottolinea l’importanza rivestita dalla sua categoria lavorativa: “Noi guide – dice – vogliamo essere mediatori e attori anche nel percorso che può portare Siena ad essere la capitale europea della cultura nel 2019, ricordando e dimostrando che Siena è un museo a cielo aperto e non è solo arte del passato ma anche una città attenta alla modernità e contemporaneità”.
Gennaro Groppa