Si tratta di centinaia di opere in tutti i settori: dagli invasi idrici per l’agricoltura alle strade, dal risanamento dei fossi ai sistemi di depurazione, dagli acquedotti alle casse di espansione, dai musei alle scuole, dagli asili nido alle piste ciclabili.
In tutta la Toscana tali opere pubbliche “di interesse strategico regionale” (finanziate, cioè, in modo prevalente con risorse del bilancio regionale e che hanno un costo di almeno 500 mila euro) sono circa 800 per un investimento complessivo di 3,1 miliardi di euro di cui 2,3 di finanziamento regionale.
Finalità della legge proprio la velocizzazione delle procedure e il disboscamento degli impedimenti, spesso burocratici, per realizzare interventi decisivi nei confronti dello sviluppo e della sicurezza nelle realtà locali toscane. E la legge prevede anche che ogni anno la Giunta presenti al Consiglio una relazione su come essa è stata applicata.
Il monitoraggio sul funzionamento della 35/2011 parte proprio dal numero delle grandi opere giudicate strategiche: per la precisione sono, a oggi, 762. La grande maggioranza è ricompresa nell’ambiente (202), nelle infrastrutture per l’istruzione (50) e nei settori legati a cultura, commercio e turismo (185). 68 le opere per mobilità, 168 quelle sul diritto alla salute (ospedali e strutture sanitarie). Seguono attività produttive e invasi idrici per agricoltura.
In seguito al monitoraggio è stata quindi effettuata, sulle opere di costo pari o superiore a 500 mila euro, una verifica sulle situazioni “di criticità” (che si verifica nei casi di ritardo, superiori a sei mesi, rispetto alla tempistica di realizzazione programmata).
Nella prima sessione del monitoraggio sono risultate “critiche” soltanto 98 opere (per un totale di 349 milioni): in base a quanto previsto dalla legge, esse sono state esaminate, fra marzo e aprile 2012, da un apposito “Nucleo”. Circa i due terzi delle opere su cui sono state riscontrate criticità (62 su 98) riguardano l’ambiente (difesa del suolo, risorse idriche, energia) e in ben 52 di tali opere le criticità sono riconducibili al soggetto attuatore.
Un monitoraggio successivo (al 30 giugno 2012), se da un lato ha individuato altre 25 opere critiche (per un totale quindi di 123), dall’altro ha rilevato che in oltre un terzo (43) dei casi le criticità sono già state superate. Per le opere ancora “critiche”, sono state già prospettate le soluzioni ritenute più adatte a favorire il superamento dei problemi. Allegata alla delibera, la tabella con l’elenco delle opere monitorate: quelle che hanno superato le criticità e quelle che ancora devono farlo; il tipo di criticità e le soluzioni prospettate.
Da notare che per due casi, riguardanti opere strategiche di natura privata, è stato applicato il procedimento previsto dall’art. 13 della legge 35/2011. Tale procedimento prevede che in caso di esito negativo di una richiesta autorizzativa, il privato destinatario del provvedimento di diniego possa chiedere l’intervento della Regione al fine di verificare la correttezza dell’istruttoria effettuata dall’ente locale. Le opere in questione riguardano la ristrutturazione produttiva ed energetica, in provincia di Pisa, di uno stabilimento – operante nell’ambito dello stoccaggio e trattamento dei rifiuti – con realizzazione di un pirogassificatore nonché un progetto, in provincia di Arezzo, per realizzare un impianto produzione energia da biomasse.