Parte la mobilitazione del mondo delle costruzioni contro i ritardati pagamenti della Pubblica Amministrazione (D-Day, laddove D sta per decreto ingiuntivo). Vi partecipano riuniti insieme i costruttori dell’Ance, tutta la filiera riunita sotto Federcostruzioni, gli artigiani, le cooperative e tutto il comparto industriale delle costruzioni. Grazie a una capillare azione di monitoraggio condotta da tutto il sistema Ance si è finora raggiunta la cifra di un miliardo di debiti delle imprese Ance.
Si tratta di una prima tranche di credito che è pronta per essere per essere trasformata in un decreto ingiuntivo. Si stima che di questo passo si potrà arrivare a 9 miliardi solo per le imprese Ance e a 19 per tutto il comparto e che vede coinvolte oltre 1300 amministrazioni.
Una situazione non più sostenibile, soprattutto in un periodo di crisi così forte per il settore delle costruzioni che dall’inizio della crisi ha visto ridursi drasticamente gli investimenti (-24%) e che ha lasciato a casa oltre 380.000 lavoratori. In provincia di Siena negli ultimi tre anni sono state perse il 26% delle aziende nonché circa 1.600 unità lavorative, compreso l’indotto. “Anche nella nostra provincia- afferma il presidente Ance Siena, Francesco Picciolini – purtroppo ci sono casi in cui i pagamenti di lavori eseguiti non sono stati effettuati per problemi legati al patto di stabilità. Negli incontri con gli Amministratori degli enti locali troviamo sempre la massima comprensione e condivisione dei problemi, questo purtroppo non basta più se poi non seguono fatti concreti alle proposte che negli ultimi anni abbiamo fatto; occorre tenere presente che oggi nella provincia di Siena chiudono anche le imprese più strutturate con la perdita di quelle professionalità che sono una ricchezza del nostro territorio. “
Accanto a questo si aggiunge una pesante stretta fiscale sulla casa che si ripercuote su tutto il settore visto che è prevista l’Imu anche su fabbricati invenduti e aree edificabili, e un sempre più allarmante razionamento del credito (in 4 anni -44,3% i mutui per investimenti in edilizia non residenziale, -38,2% quelli in edilizia residenziale).
Quella dei costruttori non è un’iniziativa contro le amministrazioni pubbliche che in questi anni sono rimaste schiacciate sotto il peso del patto di stabilità che ha bloccato di fatto qualsiasi investimento e infatti può contare sul sostegno dell’Anci, dell’Upi e dei sindacati dei lavoratori e di molte altre associazioni che sono impegnate su questo fronte
“Un intero settore è in ginocchio – afferma il presidente ANCE nazionale, Paolo Buzzetti – è necessario trovare immediatamente una soluzione concreta, anche a costo di recuperare il denaro dovuto anche tramite azioni legali. In questi anni abbiamo responsabilmente fatto proposte concrete che non hanno trovato ascolto, oggi è il momento di avere delle risposte.”