Il sindaco del Comune di Monteriggioni ha ricevuto una lettera di Alessandro Pesci, segretario generale di ANCI Toscana relativo al riconoscimento di Comune virtuoso. La lettera è stata indirizzata ad altri nove sindaci toscani, di cui due in provincia di Siena: Abbadia San Salvatore, Buggiano, Calcinaia, Castagneto Carducci, Greve in Chianti, Monteriggioni, Rosignano Marittimo, San Gimignano, Serravalle Pistoiese, Subbiano.
“Finalmente una buona notizia per le finanze comunali – scrive Pesci – Il 3 luglio è stato varato il decreto del Ministro dell’Economia e delle Finanze, che rende noti i 143 Comuni italiani risultati “virtuosi” per il 2012 nella realizzazione degli obiettivi di finanza pubblica, chiudendo in positivo il proprio bilancio rispettando parametri rigorosi. E’ motivo di grande soddisfazione per Anci Toscana la presenza nell’elenco di dieci Comuni toscani. Una dimostrazione tangibile che, in un momento in cui si parla molto della necessità della crescita, le Autonomie locali possono dare un contributo concreto alla ripresa di processi virtuosi per l’economia del Paese, non ricorrendo a facili slogan, ma con una gestione saggia dei bilanci locali fatta di impegno e lavoro quotidiano. Risultare tra i Comuni che hanno ottenuto ottimi risultati in autonomia finanziaria, equilibrio di spesa corrente, capacità di riscossione non significa solo saper limitare gli sprechi, obiettivo chiaro e ineludibile per tutti: significa avere una visione lungimirante della propria missione amministrativa. La possibilità, che da oggi i Comuni virtuosi hanno, di usufruire dei fondi precedentemente bloccati dal Patto di stabilità, dimostra questa lungimiranza. Dall’Anci Toscana – conclude il Segretario Generale Pesci – migliori auguri di buon lavoro per il futuro del tuo Comune, insieme all’augurio che alle Autonomie locali sia riconosciuto il giusto ruolo che spetta loro nella grande partita della ripresa del Paese”.
“A Monteriggioni – risponde il sindaco Bruno Valentini – consideriamo questo risultato come un primo riconoscimento doveroso verso chi amministra la cosa pubblica senza fare il passo più lungo della gamba, cioè senza abusare della leva dell’indebitamento scaricando oneri e problemi sul resto della pubblica amministrazione nonché sulle future generazioni e su chi amministrerà dopo di noi. Ma bisogna assolutamente fare di più e cioè distinguere fra la spesa pubblica produttiva e quella sprecona e dannosa. Non serve a nessuno un Governo che non sa scegliere, che non sa intervenire sulle inefficienze e non riesce a premiare il merito. È un cattivo maestro e condanna tutti ad una bocciatura collettiva”.