Li hanno sorpresi mentre osservavano con attenzione le abitazioni nella zona di Vico Alto, a nord di Siena.
Gli investigatori della Squadra Mobile della Questura, che stavano perlustrando la città, sono stati attirati da una coppia, un uomo e una donna, che per strada guardavano, con attenzione, verso gli appartamenti, come se stessero cercando di individuare quello che meglio si prestava per essere derubato.
Per un po’ i poliziotti in borghese li hanno seguiti, poi, visto che continuavano a comportarsi con fare sospetto, hanno deciso di bloccarli e controllarli.
I due, entrambi nomadi di origini slave e in Italia senza fissa dimora, accampati, secondo quanto da loro stessi dichiarato, nelle vicinanze di Firenze, hanno subito mostrato disagio e preoccupazione quando hanno capito di avere di fronte la Polizia.
L’intuizione degli investigatori e l’atteggiamento preoccupato della coppia, hanno trovato conferma nei fatti.
I due sono stati, infatti, trovati in possesso di arnesi da scasso, come quelli di solito utilizzati per rubare nelle case.
In particolare avevano con sé una card plastificata, di solito usata per essere infilata nelle fessure delle porte, in modo da azionare, dall’esterno, i nottolini delle serrature, per poter poi entrare nelle abitazioni, nonché di un grosso cacciavite, di circa 30 centimetri, spesso utilizzato per forzare le imposte e gli infissi.
Dagli accertamenti successivi è emerso che la donna, che ai poliziotti ha dichiarato di chiamarsi Beta Jankovikj e di avere 37 anni, è stata più volte arrestata o denunciata, negli ultimi anni, da diverse Forze di Polizia e in differenti località del territorio nazionale,per reati contro il patrimonio e, in particolare, per furto, fornendo generalità sempre differenti, circostanze evidenziate dall’analisi e dalla comparazione delle sue impronte digitali.
Gli investigatori hanno, inoltre, riscontrato che la donna, con uno dei diversi alias, è stata condannata, in via definitiva, a scontare poco più di undici mesi di reclusione, per alcuni furti commessi a Padova e provincia, circa nove anni fa.
Gli uomini della Mobile senese l’hanno, pertanto, arrestata e accompagnata al carcere di “Sollicciano” a Firenze, per scontare la pena alla quale è stata condannata.
Gli investigatori stanno, peraltro, ancora lavorando per accertare se, tra le varie identità attribuite alla nomade, risultino altri provvedimenti giudiziari in atto.
Il giovane in sua compagnia, anch’egli nomade, si è rivelato minorenne ed è stato affidato ad una struttura di accoglienza in città.
Entrambi sono stati, inoltre, denunciati per possesso ingiustificato di strumenti atti allo scasso e la card plastificata e il cacciavite sono stati sequestrati.
La Polizia raccomanda, ancora una volta alla cittadinanza, di segnalare subito fatti o persone sospette, anche in forma anonima, alle Forze di Polizia per consentire, tempestivamente, gli accertamenti del caso.