L’“affaire Sovicille” ricorda il gioco dei quattro cantoni che, se da piccoli, ha rallegrato l’infanzia di più di una generazione, oggi, vede giocatori trasformati in guitti attori che nel loro “moto perpetuo” rispondono solo alla logica di tre punti fissi: far finta di essere “renziano”, tenere sponda all’area Cuperlo e, sempre allo stesso tempo, muovere tutte le pedine dell’area Civati, quella corrente che, in prima persona, creò e di cui oggi fa pieno uso. Così Juri Bettollini, responsabile Enti Locali Pd Siena, commenta quanto è successo a Sovicille. “Episodi come questo – spiega Bettollini – ci portano a chiamarci fuori da questo governo del partito provinciale, fino a che questi atteggiamenti distruttivi del partito, finalizzati alla disgregazione del progetto politico che ci lega ed alla destabilizzazione della tenuta dell’esecutivo, non termineranno. Così come, con correttezza politica, abbiamo sostenuto il nostro segretario provinciale Niccolò Guicciardini, non ci siamo mai costituiti in corrente e abbiamo spento i motori dei Comitati pro Renzi – convinti della validità e della concretezza del progetto politico, che ci ha legato nel percorso congressuale, e oggi al lavoro di Guicciardini per la costruzione di un nuovo partito basato sulla buona politica di cui tanto si sente la necessità, un cambiamento chiesto dal popolo senese a gran voce – altrettanto correttamente, sosteniamo che chi ha vinto le primarie debba poter governare, mentre, chi ha perso deve sostenere chi ha vinto. Questo è lo stile che ci rappresenta ed è questo che il motivo per cui non accettiamo quanto sta accadendo a Sovicille, così come non accettiamo quanto sta accadendo all’interno della provincia, Abbadia San Salvatore e Sinalunga, laddove non si trovano delle collaborazioni di responsabilità tra i vincitori e perdenti delle primarie. Il nostro stile è quello di Renzi: quando ha perso le primarie ha sostenuto lealmente Bersani senza chiedere niente in cambio ed è questo l’unico esempio che vogliamo portare nei nostri territori. E quando Renzi ha vinto ha chiesto lealtà, correttezza e onore, da parte di chi lo ha sostenuto. In questo quadro l’atteggiamento di chi riveste ruoli parlamentari istituzionali e non accoglie il verdetto espresso democraticamente dai cittadini, partecipando in maniera straordinaria alle primarie del 9 marzo, è inaccettabile. Un atto politico inaccettabile sotto ogni punto di vista. Rivendico con forza e determinazione, il lavoro svolto dal dipartimento Enti locali del Pd e il significato importante che le primarie hanno nella nostra vita democratica. Occorre raggiungere quel livello minimo di maturità politica e riconoscere il risultato scaturito dai seggi e rispettarlo per amore del nostro Partito e del nostro grande progetto di Centro Sinistra che stiamo costruendo in tutte le città.
Ritengo assurdo che, in esecutivo provinciale, siedano persone che vengono remunerate per la propria funzione, con denaro pubblico, mentre tanti ragazzi che, come me, svolgono il proprio ruolo con enorme fatica e sacrificio, lo fanno in forma di volontariato. Il tema della parità del trattamento economico di coloro che lavorano all’interno dell’esecutivo per me è fondamentale: non posso accettare che mentre tanti ragazzi non hanno remunerazione, in esecutivo siede chi ha uno stipendio fisso proveniente dal Parlamento. Così non c’è parità, non c’è solidarietà. A questo aspetto si somma la difficoltà di accettare la pretesa di incidere sulla linea degli enti locali, un torna conto di chi non siede nell’esecutivo, ma per il quale si è dipendente. Una “formula”, un modus operandi che non sono più tollerabili all’interno del nostro partito provinciale e che mi portano, in questo momento, a rimettere le mie dimissioni ed il mio mandato nelle mani del Segretario Provinciale.
La volontà è quella di proseguire la mia attività e quella dei renziani, che in provincia di Siena, insieme ad altri, mi sento di rappresentare, in molti pronti a seguire il mio gesto. Non nascondo, però, la speranza che si crei un partito che dialoga, che discuta, e, che, comunque, sia corretto. La correttezza e la lealtà al nostro Segretario Provinciale sono un elemento cardine della nostra azione politica e su questo tema chiedo pubblicamente un cambio di passo verso coloro che favoriscono e, talvolta, addirittura difendono, atteggiamenti irresponsabili verso il partito ma, soprattutto, verso chi oggi lo rappresenta a pieno titolo.