“La prossima settimana convocherò tutte le forze politiche presenti in Parlamento affinché promuovano ogni iniziativa utile a tutelare i cittadini della provincia di Siena dalle conseguenze di una legge che produrrà solo danni e nessun risparmio”. Così il presidente della Provincia di Siena, Simone Bezzini, torna a parlare del riordino delle Province, individuando nella modifica della legge l’unica soluzione per arrivare a una riforma che oggi appare lontana anni luce dalle ragioni dei territori e dei cittadini e dalla possibilità di far restare a Siena il capoluogo.
“I criteri matematici, imposti dalla legge, per la definizione delle nuove province – aggiunge Bezzini – penalizzano e mortificano un territorio, come il nostro, che ha storia, estensione, identità e relazioni tali da mantenere il capoluogo di provincia. Non solo, questa riforma nata male sta degenerando nel peggiore dei modi, scatenando guerre tra territori che non ci sarebbero mai state se il Governo e il Parlamento avessero avuto il coraggio di avviare una riforma utile a costruire un sistema istituzionale più efficiente e moderno. Sta maturando, in maniera diffusa, un giudizio negativo su tutto l’impianto della legge, oggi rafforzato anche dalle parole del presidente emerito della Corte costituzionale, Piero Alberto Capotosti, che ha avanzato gravi dubbi di costituzionalità nell’art. 17 della spending review, quello appunto sul riordino delle Province e delle loro funzio-ni”.
“Su questa situazione di caos – spiega Bezzini – pende anche il pronunciamento della Corte Costituzionale sulla legittimità di alcuni articoli della Legge che dovrebbe esprimersi il 6 novembre. Oggi ci troviamo di fronte a una riforma che ha mancato di buon senso e che prelude una serie di criticità sui territori, la cui portata non è stata ancora del tutto compresa”.