Bezzini lancia un appello alla mobilitazione: “La riforma delle Province avrà effetti drammatici sul territorio”

Un appello alla mobilitazione per fermare una riforma delle Province che, così com’è, porterà conseguenze drammatiche sullo sviluppo del territorio e sulla qualità di servizi fondamentali per i cittadini. Lo ha lanciato ieri, domenica 19 agosto, il presidente della Provincia di Siena, Simone Bezzini dal palco della Festa democratica, in corso presso la Fortezza Medicea, durante un’intervista condotta da Stefano Bisi, vicedirettore Gruppo Corriere e da Patrizio Forci, capo servizio La Nazione Siena. “Mi aspetto una mobilitazione collettiva – ha detto Bezzini – che veda protagoniste tutte le istituzioni, le forze politiche, le associazioni di categoria e le forze sociali, prima che sia troppo tardi. Non è una questione di campanilismi. Si tratta del futuro di un territorio, come il nostro, che fino ad oggi ha avuto una centralità che adesso rischia seriamente di venir messa in discussione con l’accorpamento della Provincia e la perdita del capoluogo. Le conseguenze per i cittadini e il territorio sarebbero enormi: meno lavoro e servizi più lontani”.

 

La necessità di una riforma organica. “La mia non è una posizione conservatrice. Sono profondamente convinto che il nostro Paese abbia bisogno di riforme e di una pubblica amministrazione più efficiente. Detto questo, è fondamentale lavorare per una riforma organica delle istituzioni, che analizzi funzioni e competenze oggi sovrapposte, che tenga conto dei bisogni dei cittadini e che faccia delle valutazioni sulle performance per capire cosa funziona e cosa no. Fino ad oggi si è scelto la strada più breve, cavalcando demagogia e antipolitica, producendo un pasticcio dopo l’altro. Il tema della fiducia tra cittadini e istituzioni è una questione seria, ma la fiducia non si costruisce con le finte riforme. Così rischiamo di aumentare pericolosamente le distanze. Non scordiamoci – ha detto Bezzini – che la trasformazione delle Province in enti di secondo grado significa avere organi non più eletti dai cittadini, togliendo spazi di partecipazione dal basso”.

 

Definire e accorpare le funzioni, guardando ai cittadini. “La legge di riordino delle Province – ha sottolineato Bezzini – prevede adesso ulteriori passaggi tra Consiglio delle autonomie locali e Regione, prima di approdare nuovamente in Parlamento. C’è ancora tempo per riaprire la partita delle funzioni che saranno attribuite ai nuovi enti intermedi, oltre a quelle definite dalla norma, che ci ha privato di quel fondamentale ruolo di coordinamento delle politiche di sviluppo. Non ci scordiamo che la Toscana, prima tra le altre Regioni, ha fatto da decenni una scelta di decentramento spinto delle competenze per garantire servizi più vicini ai territori. Sarebbe come tornare indietro anni luce, una regressione che non possiamo permetterci. Anziché togliere funzioni alle Province, sarebbe utile ragionare su quali funzioni accorpare, trasferendo ai nuovi soggetti competenze oggi frammentate in una miriade di enti, consorzi, Ato non legittimati dal voto. Così si risparmierebbero realmente risorse e si semplificherebbe la vita ai cittadini”.

 

Fondazione Mps. “Se dovessi fare una gerarchia delle priorità che deve affrontare la Fondazione Mps – ha detto ieri Bezzini rispondendo a una domanda – il nuovo Statuto lo metterei al terzo posto. La prima urgenza riguarda la tutela del patrimonio della Fondazione sia in termini di gestione del percorso di rientro dal debito con le banche finanziatrici che in relazione all’avvio di un processo di diversificazione degli asset. Inoltre, sempre parlando di patrimonio, mi aspetto che siano gestiti con estremo equilibrio i debiti nei confronti delle istituzioni e delle associazioni, evitando rischi di corto circuito. La seconda priorità per la Fondazione riguarda il posizionamento dei progetti propri, a partire da quelli sul biomedicale e sulla cultura. Infine, lo Statuto, sul quale pesa l’incertezza sul futuro delle Province che non si chiarirà fino a dicembre. Nel caso in cui il percorso di revisione dovesse andare avanti, il punto più importante rimane il rafforzamento dei requisiti di professionalità e indipendenza per tutti i componenti degli organi della Fondazione Mps”.