Bezzini su spending review: “Il prezzo più caro lo pagheranno i cittadini, non gli amministratori”

Simone Bezzini

Ancora una volta il caos istituzionale regna sovrano. Abbiamo perso il conto degli interventi “alla cieca” sulle autonomie locali e, in particolare, sulle Province. L’unica certezza che abbiamo, dopo la presentazione della spending review, riguarda il taglio lineare delle risorse per Regioni ed enti locali che ricadrà anche su quelli più virtuosi e più vicini alla frontiera di efficienza. Per la Provincia di Siena si stima una decurtazione di circa 4 milioni di euro che avrà effetti drammatici sulla comunità locale, a partire dalla manutenzione stradale per arrivare agli interventi sull’edilizia scolastica. Tagli a cui si aggiungono altre misure inaccettabili, come la cessazione dei pagamenti degli affitti da parte dello Stato per gli immobili di proprietà delle Province, oggi utilizzati, ad esempio, dalle prefetture, dalle questure, dalle caserme e dalle direzioni scolastiche. Si tratta di una sorta di “esproprio” del patrimonio locale da parte del governo che, per quanto ci riguarda, comprometterà ulteriormente gli equilibri contabili.

 

Nel 2009 la Provincia di Siena aveva un bilancio di 140 milioni di euro, oggi siamo arrivati a circa 90 milioni a causa dei tagli nazionali e regionali, delle minori entrate tributarie e del venir meno delle risorse della Fondazione Mps. Per far fronte alle difficoltà finanziarie, fin dall’inizio del mandato, abbiamo messo in atto un’incisiva azione di riduzione della spesa; avviato un piano di alienazione degli immobili; recuperato entrate extra tributarie; ridotto il numero di dirigenti e dipendenti; rinegoziato i mutui e aggregato le partecipate.

 

Purtroppo, come già detto, con questo ulteriore taglio la Provincia di Siena non riuscirà più ad assicurare la salvaguardia di servizi fondamentali: dal trasporto pubblico alla protezione civile fino alle politiche di sviluppo che verranno azzerate insieme agli investimenti. Il prezzo più caro non lo pagheranno gli amministratori ma intere comunità, soprattutto quelle più marginali e più piccole. Comunità che rischiano di rimanere da sole a fronteggiare una crisi che è sempre più pesante, oltre a veder venire meno tribunali, strutture socio-sanitarie e uffici postali. Si profila un’Italia divisa tra territori di serie A, rappresentati dai capoluoghi di regione; territori di serie B, costituiti dai comuni più grandi o prossimi alle aree urbane e territori di serie C, rappresentati dalle aree montane e da quelle a dominanza rurale, più lontane dai maggiori centri abitati. Il risultato nella nostra provincia sarà che i cittadini residenti nelle zone più lontane da Siena avranno serie difficoltà ad accedere ai servizi fondamentali.

 

Alla luce di tutto questo, non mi sfugge quanto sia urgente per il futuro del Paese contenere la spesa pubblica. Credo però che questo tema, almeno per gli enti locali, debba essere affrontato in modo diverso da quanto fatto fino a oggi, senza che nessuno si sottragga dalle proprie responsabilità. Voglio fare un appello a tutti i parlamentari affinché si adoperino per annullare il taglio delle risorse agli enti locali e il blocco del pagamento degli affitti da parte dello Stato a Comuni e Province, sostituendo queste misure con l’individuazione di parametri di virtuosità, rispetto ai quali ogni ente dovrebbe convergere in tempi brevi. In parallelo, sarebbe fondamentale concedere agli enti locali una maggiore autonomia organizzativa.

 

Per quanto riguarda la riorganizzazione delle Province, credo che il criterio migliore debba essere legato al principio del bacino ottimale per lo svolgimento delle funzioni, che oltre a quelle definite nell’ultimo provvedimento (pianificazione territoriale, ambiente, viabilità e trasporti) dovranno ricomprendere difesa del suolo, istruzione, formazione, politiche di sviluppo e del lavoro. Per produrre effetti significativi sul contenimento della spesa la riorganizzazione dovrà riguardare tutte le articolazioni periferiche dello Stato, non solo le Province. Mi auguro infine che si riapra una riflessione seria per superare il carattere di secondo grado delle nuove Province, riconsegnando al voto dei cittadini la scelta degli amministratori e rispondendo alla loro domanda di partecipazione democratica.

 

Simone Bezzini

Presidente della Provincia di Siena