“Il decreto-legge approvato oggi dal governo rappresenta, di fatto, l’avvio della liquidazione della Provincia di Siena ed è la conseguenza di un processo di riordino portato avanti fin dall’inizio in maniera irresponsabile e dannosa per i territori e per i cittadini”. E’ questo il commento del presidente della Provincia di Siena, Simone Bezzini, all’approvazione del decreto-legge di riordino delle province, avvenuta oggi in Consiglio dei Ministri.
“Con l’abolizione delle giunte, da qui a poche settimane – afferma Bezzini – rischiamo di trovarci nella condizione paradossale di dover portare avanti gli adempimenti della riforma continuando a gestire tutte le funzioni attualmente in capo all’amministrazione provinciale. E’ impossibile che il solo presidente riesca a fare tutto questo gestendo adeguatamente i progetti in corso e presidiando in maniera efficace settori fondamentali come sviluppo economico, lavoro, formazione, crisi aziendali, viabilità, risorse faunistiche, tutela del territorio, edilizia scolastica, sociale, ambiente, agricoltura, turismo, protezione civile, cultura, istruzione. Rischiamo di andare incontro a mesi di empasse di fronte a una crisi che chiede, invece, continuità di azione e risposte rapide”.
“Ancora non abbiamo a disposizione il testo del decreto – continua Bezzini – ma dalla nota diffusa dal governo emerge un disegno di riordino che non tiene conto delle realtà sociali ed economiche di tanti territori, creando forzature, disequilibri e schizofrenie geografiche, a danno dei cittadini. I risparmi che questa riforma produrrà, tra l’altro, sono ancora tutti da dimostrare, mentre è chiarissimo che i territori saranno fortemente penalizzati, con un impoverimento delle funzioni e un allontanamento delle istituzioni dai cittadini e dalle imprese in un momento sociale ed economico molto delicato”.
“Tutto questo – chiude Bezzini – dimostra ormai con evidenza che non c’è stata un’opportuna riflessione sul processo di riordino, ma solo la caparbietà di un governo che ha scelto di proseguire sulla strada della superficialità e della demagogia. Siena sarà penalizzata dalla perdita dello status di capoluogo e questo non avrà ripercussioni solo sull’amministrazione provinciale, ma su tutta l’articolazione periferica dello Stato. In attesa che i Tar e la Corte Costituzionale si pronuncino sui ricorsi pendenti, ci appelliamo al Parlamento affinchè faccia di tutto per correggere almeno alcune delle storture presenti nel decreto”.