Bilancio di previsione 2013 della Provincia di Siena: trovata la quadratura contabile

Simone Bezzini

Il bilancio di previsione della Provincia di Siena per il 2013, approvato questa mattina dal consiglio provinciale con il voto contrario di Pdl, Udc, Toscana Federata e Fratelli D’Italia -Centrodestra Nazionale, è una manovra da quasi 83 milioni di euro chiusa faticosamente grazie a interventi straordinari sul fronte del rigore, dell’efficienza e della riorganizzazione della macchina amministrativa. Si tratta di un bilancio praticamente dimezzato rispetto al 2009, che sconta la drastica riduzione dei trasferimenti statali e regionali e l’azzeramento dei contributi in arrivo dalla Fondazione Mps. Se l’equilibrio contabile è stato rispettato rimangono, tuttavia, elementi di forte criticità per l’operatività dell’ente sul fronte delle manutenzioni di strade, scuole e difesa del suolo nel caso in cui non verranno stanziate urgentemente risorse tese a fronteggiare servizi e bisogni essenziali per i territori e le comunità locali.

 

“Il bilancio di previsione per il 2013 – commenta il presidente della Provincia di Siena, Simone Bezzini – è stato costruito con enorme difficoltà, senza conoscere con certezza quale sarebbe stato il futuro delle Province e a fronte di insostenibili tagli alle risorse. Abbiamo trovato la quadratura contabile mettendo in campo azioni improntate a rigore ed efficienza dell’ente, ma non possiamo nascondere le fortissime preoccupazioni per il futuro. La sentenza della Corte Costituzionale che due giorni fa ha bocciato il riordino delle Province contenuto nel decreto Salva Italia restituendo a questi enti piena funzionalità almeno per i prossimi 18 mesi – aggiunge Bezzini – rende inderogabile e fondamentale lo stanziamento urgente di risorse che ci consentano di garantire servizi e funzioni fondamentali a favore dei territori e dei cittadini”.

 

“Vogliamo essere messi nelle condizioni di mantenere dignitosamente le nostre strade, di riaprire con serenità le scuole a settembre, di effettuare regolarmente il taglio l’erba – ha continuato il presidente – perché a noi è questo che interessa, non le poltrone. Nell’incontro dei giorni scorsi con i prefetti della Toscana abbiamo voluto metterli al corrente delle nostre preoccupazioni, perché prima c’è il degrado, ma poi si può arrivare anche a problemi di incolumità e sicurezza per i cittadini su cui non possiamo transigere. Per questo motivo rinnovo l’appello a Governo e Parlamento perché mettano rapidamente in campo azioni di supporto per permettere la piena operatività delle amministrazioni provinciali e pongano fine alla drammatica incertezza istituzionale che ha caratterizzato gli ultimi due anni”.

 

La manovra: alcuni dati. “Il dramma di fondo – ha esordito l’assessore al bilancio, Fabio Dionori – è che ad oggi le funzioni assegnate alle Province sono rimaste invariate ma le risorse si sono praticamente azzerate. La manovra conferma il trend di dimagrimento del bilancio provinciale che ha caratterizzato gli ultimi anni, oggi diminuito del 35,66 per cento rispetto al 2012, quando le risorse disponibili erano circa 101 milioni di euro. A determinare questo quadro, hanno contribuito la diminuzione dei contributi statali per oltre 14,5 milioni di euro fra 2012 e il 2013; la riduzione dei contributi regionali non vincolati, passati da 6,1 milioni di euro nel 2010 a 3,4 milioni nel 2011 e a 2,4 milioni nel 2012 e nel 2013 e l’azzeramento dei contributi provenienti dalla Fondazione Mps. A questo si unisce la previsione di un forte calo nelle entrate derivanti da Ipt e Rca, che risentono della contrazione del mercato dell’auto. A fronte dei minori introiti, si contraggono anche le spese correnti, passate da 80,8 milioni nel 2011 a 74,7 milioni nel 2012 e a 62,2 milioni di euro nel 2013, con un calo del 16,73 per cento rispetto al 2012 e del 23,02 per cento rispetto al 2011. La spesa corrente nel 2013 è utilizzata esclusivamente per coprire spese obbligatorie, quali personale, mutui, locazioni passive e utenze, oltre alla manutenzione ordinaria minima per viabilità ed edifici scolastici”.

 

“La spesa per il personale – spiega ancora Dionori – risulta contratta in modo consistente rispetto al 2012, sia per l’impossibilità di assumere nuovo personale, nel rispetto di quanto stabilito dalla spending review, che per l’iscrizione in bilancio della sola quota fissa del salario accessorio, che l’ente si è impegnato a integrare qualora le condizioni di bilancio per l’anno in corso lo consentano. Sempre sul fronte del personale, nei mesi scorsi la Provincia di Siena ha promosso un piano di riorganizzazione dell’ente ispirato a rigore, selettività ed equità e condiviso con le rappresentanze dei lavoratori e delle parti sociali, che ha portato un risparmio complessivo di circa 628 mila euro per l’anno in corso. Per quanto riguarda gli investimenti, si registra una sensibile contrazione dovuta alla mancata concessione di contributi dalla Fondazione Mps, alla carenza di altre risorse esterne e all’impossibilità di contrarre nuovi debiti per rispettare le rigide regole del patto di stabilità”. “Il piano triennale delle opere pubbliche – ha detto Dionori – è praticamente azzerato, prevediamo solo la continuazione di interventi già finanziati negli anni precedenti”.

 

Il dibatto sul bilancio guarda al futuro delle Province. Il dibattito seguito all’illustrazione del bilancio è stato particolarmente centrato sull’attualità, dalla sentenza della Corte costituzionale alla cancellazione della parola “Province” dalla Costituzione. Un punto sul quale i consiglieri hanno trovato una sintesi nella necessità da parte del governo di affrontare rapidamente e con serietà il destino di un ente su cui pende ancora la responsabilità di materie delicate come la manutenzione della viabilità e degli edifici scolastici senza avere le risorse adeguate. Sulla manovra di previsione è intervenuto per primo Giovanni Di Stasio (Toscana Federata): “Concordo con l’assessore che questo bilancio permetteva poca libertà di scelta, ma le poche che si potevano fare non sono state fatte, con grandi disparità e vere e proprie ingiustizie sociali. Penso a tutti quei dipendenti che hanno dovuto rinunciare al salario accessorio, una penalizzazione a cui non è corrisposto lo stesso trattamento per i dirigenti o l’ufficio stampa, a cui è stato rinnovato il contratto”. A difesa dell’operato della giunta è intervenuto il consigliere Marileno Franci (Pd), che ha ricordato quanto sia difficile in questo momento governare un’amministrazione pubblica. Di diverso avviso il consigliere Massimo Mori (Fratelli D’Italia -Centrodestra Nazionale): “La riduzione dei costi non è merito di giunta e assessore, è la situazione che oggi costringe l’ente a razionalizzare e tagliare tutto il possibile perché le risorse non ci sono. Sulla questione del personale, attenzione a non fare facile populismo”.

 

“Per noi oggi è difficile votare un bilancio previsionale nel momento in cui non si sa ancora quello che accadrà alle Province – ha detto la capogruppo del Pdl Donatella Santinelli. Per quanto riguarda le scelte fatte, intanto avrei tolto tutte le consulenze superflue, valutato meglio il taglio del salario accessorio, considerando che molte famiglie vivono con un solo stipendio, e cercato di risparmiare sul fronte della comunicazione”. Articolato l’intervento del capogruppo Pd Marco Nasorri, che ha parlato a lungo della mancata riforma di tutto il sistema istituzionale: “Sul bilancio – ha detto – va riconosciuto un attestato di merito all’azione amministrativa, ma le grandi incognite rispetto a situazioni emergenziali che potremmo trovarci ad affrontare senza averne i mezzi destano grande preoccupazione”. Il consigliere Angiolo Del Dottore (Udc) ha dato una valutazione negativa sul tentativo di riordino istituzionale delle Province condotto fino ad oggi, mentre sul fronte interno ha sottolineato la necessità di esprimere più forza e capacità da parte dell’ente sul fronte della riorganizzazione, come per altro sostenuto da anni. “Un lavoro straordinario che non ha perso di vista i riferimenti politici, le funzioni strategiche e il disagio sociale”: sono le parole usate dal consigliere Roberto Renai (Sel) che ha concluso “Le sentenza della corte ci lascia ancora in piedi, ora dobbiamo ingaggiare una lotta con chi non crede che la Provincia non serva”. Positivo sul bilancio anche il giudizio del consigliere dell’Italia dei Valori, Antonio Giudilli, che ha difeso le scelte dell’amministrazione sul fronte della riorganizzazione dell’ente.