“La vera disgrazia per il Monte dei Paschi e per Siena sono 8.000 esuberi, la chiusura di 550 filiali e un piano industriale che non prevede ricavi”. Così Riccardo Burresi, Presidente del Consiglio Provinciale di Siena replica all’amministratore delegato di Banca MPS Fabrizio Viola. “In questo contesto ogni strada deve essere perseguita – indica Burresi – e se lo Stato, attraverso le proprie risorse e i propri strumenti, può portare un contributo positivo nell’aumento di capitale da 2,5 miliardi, deve entrare nel dibattito sul futuro dell’impresa più importante della nostra provincia di Siena. Anche se molti sono occupati a schierarsi per Renzi o per Alfano, adesso è necessario aprire un confronto che tenga conto di ogni possibile ipotesi perché con una Banca sull’orlo del fallimento non possiamo permetterci di escludere niente. O vogliamo che agli 8.000 dipendenti che pagheranno gli errori dei managers se ne aggiungano altri? Oppure vogliamo essere sbranati da una banca Russa o Araba? Stupiscono le parole dell’amministratore delegato di Banca MPS che esclude preventivamente lo Stato come soggetto capace di portare capitali al Monte dei Paschi garantendo così la Fondazione MPS e il rapporto con il territorio. E stupisce che questa chiusura sia sostenuta proprio da un amministratore delegato nominato della Fondazione MPS che rappresenta la garanzia di un legame tra la Banca MPS e la comunità di persone che vive in provincia di Siena. Valorizzare il positivo equilibrio tra le necessità reddituali della Banca e il legame con Siena – conclude Burresi – è la sfida e l’elemento speciale che rende unico il Monte dei Paschi e davo per scontato che gli amministratori ormai se ne fossero già resi conto”.