La settimana parlamentare si conclude con l’approvazione del decreto sulla razionalizzazione nella pubblica amministrazione. Il provvedimento è giunto in aula corredato di una mole significativa di emendamenti, qualche centinaio, alcuni dei quali di particolare rilevanza (ad esempio la modifica del SISTRI per le aziende che trasportano rifiuti pericolosi e l’utilizzo delle graduatorie di idonei nei concorsi della PA). Si tratta nel complesso di un provvedimento di riforma della pubblica amministrazione che, come annunciato nel corso della conferenza stampa di presentazione al termine del Consiglio dei ministri, prova a ridurre alcune magagne che affliggono il sistema amministrativo italiano, prima tra tutte quella del precariato. Lo stesso premier Letta aveva voluto esporsi in prima persona affermando che il pacchetto licenziato dal suo esecutivo avrebbe risposto a questa annosa questione, che tormenta la pubblica amministrazione (e la vita di molte persone) sin dalle sue origini. Ai fini dell’approvazione in tempi tecnicamente utili è stato deciso di ritirare gli emendamenti di maggioranza previa il recepimento di alcune modifiche; così non è stato da parte del movimento 5Stelle, che ha dato vita a due giornate di ostruzionismo parlamentare teso a rallentare l’iter legislativo. Tecnica parlamentare dilatoria, legittima, che tuttavia rende chiaro, una volta di più, il grado di incomunicabilità tra le forze parlamentari di maggioranza e opposizione.
La settimana alla Camera si era aperta con l’approvazione della mozione del Pd sulla riqualificazione e la reindustrializzazione dei poli chimici, e della mozione sul possibile utilizzo di combustibili solidi derivati da rifiuti, a parziale sostituzione dei combustibili fossili negli impianti dei cementifici. La prima mozione riaccende l’attenzione sul settore chimico, che è comparto produttivo essenziale per il sistema industriale del Paese. Lo sviluppo di una nuova politica industriale finalizzata a riqualificare e reindustrializzare i poli chimici sarà concordato con le amministrazioni locali e regionali, identificando come priorità la bonifica dei siti contaminati. La questione trattata dalla seconda mozione è spinosa; essa necessita di indirizzi e vincoli normativi chiari che tutelino i cittadini e definiscano con certezza parametri di sicurezza ambientale.
Di ambiente, ma anche di economia dei territori si parla inevitabilmente di fronte a quanto accaduto ad inizio settimana ed in queste ultime ore. Ci troviamo a fare la conta dei danni provocati dall’ondata di maltempo che si è abbattuta sulla Toscana, colpendo duramente il territorio senese. E così mentre la Regione Toscana stanzia i primi finanziamenti, appare chiaro che la questione non possa risolversi con interventi d’emergenza. Nella nostra provincia sappiamo che la prima stima dei danni è già molto pesante; lavoreremo dunque per attivare tutti gli strumenti normativi perché per le famiglie e le imprese colpite dall’alluvione possano riprendere al più presto le proprie attività. Servono risorse e serve un piano nazionale di intervento contro il rischio idrogeologico. Serve un’attenta azione di ricognizione e monitoraggio; come ha ricordato l’assessore regionale all’Ambiente Annarita Bramerini, annunciando la visita del ministro Andrea Orlando per venerdì 25, è urgente definire il reticolo idrografico regionale, comprensivo dei corsi di acqua minori. E come più volte ribadito dalla Commissione Ambiente, chiederemo al Governo di escludere dal patto di stabilità le risorse per gli interventi di messa in sicurezza del territorio.
Il maltempo non ha risparmiato i luoghi della politica sul territorio: alcuni circoli sono stati invasi dal fango. A causa di questo, il percorso congressuale subirà qualche ritardo, ma ci consentirà ulteriori momenti di riflessione. Il primo è che si è credibili quando si condividono momenti fondamentali nella vita di un partito, quando cioè ci si pone al servizio di un progetto e di una comunità. Credo si debba una grande riconoscenza a chi nei territori ha lavorato senza clamore (e persino senza postare su facebook..) per riaprire i circoli, che per me continuano ad essere i luoghi da cui ripartire per rifondare il Pd. Vale per chi si candida in un circolo, come per chi si candida a segretario, provinciale o comunale che sia.
Luigi Dallai