Camera con “Vista Quirinale”. Elezioni del Presidente della Repubblica. Istruzioni per l’uso

Luigi Dallai (Pd)

Luigi Dallai (Pd)

Dunque ci siamo. Da domani, giovedì 29 gennaio il Parlamento si riunirà in sessione comune per il primo scrutinio dell’elezione del presidente della Repubblica. Il passaggio per eleggere la prima carica dello Stato è, inevitabilmente, anche un crocevia politico dietro il quale possono nascondersi insidie e trappole. E’ sempre stato così e potrebbe essere così anche in questa occasione. Di sicuro, non possiamo permetterci un nuovo 2013. Gli italiani ci chiedono di eleggere un Presidente che sappia essere arbitro imparziale e garante autorevole degli equilibri democratici. In questi giorni, anche attraverso questo spazio, cercherò, per chi lo vorrà, di tenervi informati dalla Camera dei Deputati per raccontarvi lo svolgimento delle elezioni ‘in presa diretta’.

Partiamo dai “fondamentali” ovvero dalle regole del voto.

Chi può votare. Il presidente della Repubblica è eletto dai 945 deputati della Camera e del Senato, a cui si aggiungono i sei senatori a vita (Elena Cattaneo, Carlo Azeglio Ciampi, Mario Monti, Renzo Piano e Carlo Rubbia, Giorgio Napolitano) e i 58 delegati regionali (3 rappresentanti per ogni Regione e uno per la Val d’Aosta). Il totale dei votanti è quindi di 1009.

Quando, dove e come si vota. Si voterà ad oltranza a partire da giovedì 29 gennaio ed è a scrutinio segreto con chiamata nominale. Nei primi tre scrutini è richiesta la maggioranza di due terzi (672 membri), mentre dalla quarta votazione in poi basta la maggioranza assoluta (505 membri): L’ordine del voto prevede prima i senatori, poi i deputati e, infine, i delegati regionali.

Curiosità e numeri sull’elezione al “Colle più alto”. Per la nostra Costituzione (art.84) può essere eletto Presidente della Repubblica, “ogni cittadino che abbia compiuto cinquanta anni d’età e goda dei diritti civili e politici. L’ufficio di presidente della Repubblica è incompatibile con qualsiasi altra carica”. Fino ad oggi nessuna donna ha mai varcato la porta del Quirinale da capo dello Stato. Il presidente più giovane è stato Francesco Cossiga, eletto a 57 anni, il più anziano Giorgio Napolitano, rieletto nel 2013 a 88 anni, seguito da Pertini, salito al Colle a 82 anni. In questi ultimi giorni si è molto parlato di quale sarà lo scrutinio che darà la “fumata bianca”. Un’elezione al primo scrutinio non si verifica dal 1999, quando fu eletto Carlo Azeglio Ciampi. Stessa sorte toccò a Enrico De Nicola (1946 – 1948) e a Francesco Cossiga (1985-1992). Le cose andarono “per le lunghe” con Giuseppe Saragat (1964-1971), eletto dopo 21 scrutini, e molto per le lunghe con Giovanni Leone (1971 -1978) per il quale furono necessari ben 23 scrutini prima di arrivare all’elezione. Sandro Pertini (1978-1985), primo e unico socialista ad essere salito al Colle, fu eletto alla 16esima votazione, quando colse la percentuale più alta di consensi con 832 voti su 995 votanti pari all’83,6 per cento.

Sono numeri che hanno fatto la storia del nostro Paese e domani ci troveremo di fronte ad un altro bivio importante per l’Italia. L’auspicio è che, al di là di come si arriverà a eleggere il Presidente, il nuovo Capo dello Stato possa rappresentare davvero un punto di riferimento per il popolo italiano.

Luigi Dallai, deputato del Pd
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