Il Corriere di Siena ha ieri raccontato ai senesi le novità del progetto per far diventare Siena, e l’intero suo territorio, capitale europea della cultura nell’anno 2019. E di novità ce ne sono molte. Il dossier resta segreto, sì, ma in realtà lo è solamente in parte. Alla conferenza stampa di venerdì a Palazzo Berlinghieri sono stati tanti, in realtà, i temi toccati dal sindaco Bruno Valentini e dal direttore di candidatura, il professor Pier Luigi Sacco. D’altronde il lavoro portato avanti ormai da oltre due anni ha dato i suoi frutti: dopo la fase iniziale con la nascita dei vari comitati e il realizzarsi dei primi contatti internazionali, la fase della progettazione (quella che sarà poi la seconda fase) è già praticamente iniziata. Questo per un motivo assai semplice: la scelta delle città finaliste ci sarà a novembre, verso la metà di quel mese sapremo quindi se Siena ce l’avrà fatta ad entrare nel ristretto novero delle città che parteciperanno alla seconda fase della sfida. Da quel momento in avanti, tuttavia, ci saranno solamente altri nove mesi di tempo per portare alla giuria il progetto finale. Ed è su quel progetto finale che verrà scelta la città italiana che sarà capitale europea della cultura nell’anno 2019. Di tempo, insomma, ce n’è poco. E infatti venerdì mattina il professor Sacco ha spiegato che i giorni e le settimane che intercorrono da ora alla metà di novembre non saranno di semplice attesa del responso della giuria (composta da membri italiani e da membri europei): saranno invece giorni e settimane di lavoro. Intanto i sindaci dei Comuni della provincia scalpitano: alcuni di loro si sono già fatti avanti per collaborare attivamente al progetto. Il loro ruolo avrà un peso rilevante nella seconda fase.
I progetti Il dossier, dicevamo, resta segreto solamente in parte. Perché in realtà è ben evidente come Valentini e Sacco abbiano già tirato fuori delle carte (noi speriamo che siano degli assi) dal mazzo. Bruno Valentini ha più volte parlato, dal momento nel quale è diventato sindaco di Siena, di voler realizzare una grande mostra su Santa Caterina. Sarebbe un grande evento, sì. Venerdì ha aggiunto: “Ne abbiamo parlato con il Comune di Avignone e speriamo di poter collaborare anche con il Vaticano”. La mostra richiamerebbe visitatori da ogni parte del mondo e sarebbe anche utile per la città per una definitiva e completa riscoperta di una donna che è stata protagonista della storia senese, italiana, europea e cristiana. Ma il grande evento si richiamerebbe anche a temi culturali fondamentali anche per il mondo di oggi: il carattere femminile e il farsi protagonista di una donna nello scenario anche politico mondiale, la sua capacità di lottare per la pace e per il progresso. Temi più che mai attuali e anche, giustamente, di grande appeal.
Leonardo da Vinci Il colpo di genio può poi stare proprio nel richiamare un genio del passato, come Leonardo da Vinci. Perché nel 2019 ricorrono i 500 anni dalla sua morte, perché un simile progetto darebbe ancora più forza al carattere regionale della candidatura senese (e questa è una delle possibili carte vincenti del dossier senese, a differenza di quello pisano e anche di quello veneziano, con quest’ultimo che non ha avuto il sostegno della Regione Veneto): il Comune di Vinci è entusiasta all’idea, pensiamo e speriamo che lo stesso valga anche per la Regione Toscana.
Innovazione e posti di lavoro Ma questa è solamente una faccia della medaglia relativa alla candidatura senese. Perché, come il professor Sacco ci spiega da anni, non si vince solo con gli eventi. Vince chi ha un progetto che guarda al futuro e chi fa innovazione, sia essa tecnologica o sociale. Ed ecco l’idea: “Faremo una mappatura digitale della persona vitruviana, tra medicina e piattaforme digitali”. Buttata lì, questa idea ai senesi potrebbe anche dire poco. In realtà l’idea è quella di unire le avanzate tecnologie moderne con la conoscenza ed il genio del passato. Sacco ha anche parlato di giochi seri, ovvero del come si può imparare giocando. Il tutto con l’utilizzo delle nuove tecnologie e nell’ottica delle tecniche di sperimentazione per le quali è ancora noto nel mondo Leonardo da Vinci. E’ quello che serve a Siena per vincere questa sfida: elogiare, ricordare e far risplendere il proprio patrimonio artistico e culturale ma al contempo guardare al futuro con progetti innovativi. E da tutto questo, naturalmente, possono nascere anche dei posti di lavoro, che sarebbero garantiti dalla platea che Siena conquisterebbe in Europa e dagli investimenti che arriverebbero. Sacco non ha avuto timori a dire la cifra: “La nostra speranza è quella di arrivare a 100 milioni di euro di investimenti per il 2019”. Una cifra importante per far cambiare, in meglio, la città e per aprirla al mondo.
Gennaro Groppa
(dal Corriere di Siena)