Tenere insieme competitività e solidarietà; incoraggiare e premiare il merito; incentivare e sostenere lo spirito d’impresa; attrarre risorse esterne e nuove imprese e definire un piano per abbattere la burocrazia che penalizza chi vuole iniziare o sviluppare la sua attività. Sono queste alcune delle priorità sulle quali puntare per garantire alla città prospettive di sviluppo e di occupazione. Dovremo essere capaci di competere con altri territori valorizzando al massimo la nostra capacità progettuale e costruendo relazioni solide con agli altri livelli istituzionali: Unione Europea, governo, Regione, Provincia e gli altri Comuni. Un lavoro che era già cominciato e stava per dare primi frutti, come dimostra anche il Patto per lo sviluppo sottoscritto dal Comune di Siena, dalla Provincia e dalla Regione. Un metodo nuovo, interrotto da chi ha voluto il commissariamento e che ha fatto perdere tempo prezioso alla città e almeno 4 milioni di euro.
Cosa può fare il Comune per le imprese. Il Comune dovrà fare la sua parte, eliminando ogni spreco dalla spesa pubblica, alleggerendo la pressione fiscale sulle attività produttive, destinando alla promozione una quota di almeno il 25 per cento dell’imposta di soggiorno e promuovendo eventi di risonanza nazionale ed internazionale che creino interesse e movimento in città. Il tessuto produttivo della città sta soffrendo, ma in queste settimane ho potuto toccare con mano, tra gli operatori la voglia di combattere e di credere nel futuro. Per farlo dobbiamo unire le forze pubbliche e private, pensare insieme i progetti e decidere, di concerto con i soggetti economici e sociali della città, come utilizzare le risorse disponibili. E’
tempo di scelte nette, capaci di dare nuova linfa ai settori tradizionali, come il turismo, la cultura e il commercio e di incentivare lo sviluppo di comparti innovativi, capaci di assicurare occupazione di qualità, e competitività alla città. E’ tempo di uscire da quella “boriosa autosufficienza” che ha isolato Siena in Toscana e a livello nazionale e ha bloccato per anni la ricerca di risorse esterne.
Il Patto per lo sviluppo. Ripartiamo dal Patto per lo sviluppo e dai suoi ambiti strategici: la green economy; il polo delle life sciences; il distretto Ict, a supporto del sistema finanziario e dei pagamenti elettronici; il polo culturale, con al centro il Santa Maria della Scala, fulcro della sfida per Siena capitale europea della cultura 2019.
Su ognuno di questi progetti il Comune dovrà attrarre investimenti e capitali umani sia a livello nazionale che internazionale.
Cosa può fare il Comune per la qualità del lavoro. Sono convinto che il Comune possa fare molto anche per migliorare le condizioni del lavoro, per dare un segnale di forte cambiamento e per promuovere un modello virtuoso, elaborando una Carta per la buona occupazione, contenente impegni precisi sul fronte della trasparenza, della qualità e del merito. Una Carta da allargare anche alle società partecipate e nella quale inserire proposte concrete. Tra queste può trovare spazio, come ha proposto anche il gruppo “La Mano invisibile”, l’impegno a non utilizzare stagisti gratuitamente e a cercare di inserire, per la selezione delle aziende fornitrici, criteri che diano punteggi superiori alle imprese che rispettino il CCNL, che presentino un’alta percentuale di giovani e di donne nella pianta organica e che dimostrino una tendenza alla regolarizzazione del lavoro sommerso.
Franco Ceccuzzi