Un intervento per fare il punto sulla situazione dell’Università e sui delicati passaggi delle prossime settimane, che coinvolgeranno anche la città e la provincia di Siena. E’ quello che questa mattina, giovedì 21 luglio, Franco Ceccuzzi, sindaco di Siena, ha tenuto nel corso del consiglio comunale. “Vorrei sottolineare – ha detto Ceccuzzi – la positività delle valutazioni del rapporto Censis, che conferma l’Ateneo senese al secondo posto assoluto a livello nazionale. Un valutazione che ci sprona ulteriormente ad assumere quell’approccio positivo che dobbiamo avere nei confronti del futuro della nostra Università. E’ importante dare un segnale positivo all’esterno, rivolto a chi sceglie di studiare nella nostra città, per ciò che Siena rappresenta a livello di qualità della vita e di servizi, ma anche per l’offerta didattica e le opportunità che offre un percorso di studi nel nostro Ateneo”.
“In queste ore – ha detto Ceccuzzi – abbiamo tenuto un dialogo aperto con il Rettore affinché l’Università nella sua autonomia possa valutare le osservazioni che abbiamo inviato con il Presidente della Provincia. Pur nella ristrettezza dei tempi abbiamo sottoposto al Rettore quattro punti: un più chiaro e doveroso riferimento alla storia dell’Ateneo che come Studio senese venne fondato dal Comune di Siena nel 1240; una previsione di collaborazione paritaria nella convocazione e nello svolgimento della conferenza territoriale, luogo di confronto tra Ateneo e territorio; la puntualizzazione che il territorio di riferimento è quello senese, dove si trova da sempre la sede storica, e che la stessa è una ed indivisibile, anche per riassorbire una politica delle sede decentrate dispersiva ed insostenibile; le modalità di nomina dei membri esterni al consiglio di amministrazione per coinvolgere gli Enti Locali. Oggi aggiungo che nello Statuto vi deve essere un esplicito richiamo al vincolo del pareggio di bilancio, principio che deve ispirare tutti gli amministratori dell’Università”.
“Ora – ha continuato Ceccuzzi – quello che conta è che lo Statuto garantisca il legame con la città ed insieme l’indipendenza dei membri esterni, che verranno nominati nel prossimo consiglio di amministrazione. La storia recente deve essere di monito a chi pensa che l’autonomia possa trasformarsi in autarchia senza responsabilità. Al governo dell’Università debbono partecipare anche soggetti che non ne siano dipendenti proprio per garantire quella terzietà di giudizio che non sia influenzata dall’ufficio ricoperto. Sono quelle regole della buona ed ordinaria amministrazione che lo imporrebbero in ogni luogo e momento, e di cui qui ed ora il nostro Ateneo non può fare a meno.
“Il connubio secolare – ha concluso Ceccuzzi – tra Università e città, e la contingenza del momento devono spingere tutti coloro che hanno a cuore le sorti delle future generazioni a trovare soluzioni condivise che uniscano comunità accademica e comunità civica. Ieri ho espresso la piena solidarietà della città ai lavoratori dell’Università ed ho preso l’impegno di convocare quanto prima il coordinamento interistituzionale per fare il punto sul piano di risanamento, le ricadute sui lavoratori, sull’organizzazione della didattica e della ricerca e sull’iter dei decreti attuativi della legge Gelmini”.