Cgil Siena: “Da tempo proponiamo il superamento delle province con enti di area vasta”

CGIL Siena Montecitorio“Dopo un primo attacco demagogico agli organi elettivi camuffato da mirabolanti risparmi di spesa, ma in realtà teso soprattutto a svuotare di rappresentanza democratica le comunità locali, assistiamo ad una riduzione delle capacità di autogoverno dei territori”.

 

Con queste parole la CGIL di Siena interviene in merito all’appello del Presidente della Provincia.

 

“Tolte le funzioni politiche e le peculiarità amministrative che erano proprie delle Province, – prosegue il sindacato – questi enti assumeranno il ruolo di semplici gabellieri, nell’ambito del peggior centralismo che la nostra Repubblica abbia mai vissuto, annacquando quella cultura democratica che aveva fatto grandi le nostre comunità, basata sul rapporto elettivo diretto tra cittadino ed amministratore. Da tempo, come CGIL, anche noi sosteniamo il superamento delle Province, ma sostituendole con realtà di area vasta che possano costituire enti intermedi a sostegno dei territori e degli abitanti”.

 

“Troviamo sconvolgente – evidenzia la CGIL – che lo Stato, anziché agevolare e promuovere la programmazione della spesa locale, contribuisca, ad esercizio in corso, a creare difficoltà nella gestione delle risorse e ci stupisce soprattutto la grave sottovalutazione del fenomeno e degli effetti che questo potrà comportare per il nostro territorio e per i suoi cittadini, specialmente in questa lunga fase di crisi economica e sociale che non accenna a diminuire”.

 

“Tra l’altro – aggiunge il sindacato – non si capisce come a livello centrale si possa sostenere di voler investire sull’edilizia scolastica, sui servizi e sulle infrastrutture quando poi si procede a tagli lineari che incideranno proprio su questi settori”.

 

“Voci troppo flebili – conclude l’organizzazione sindacale – si sono mosse sin qui dalla politica, dall’informazione e dal mondo della cultura democratica di questo paese. Come CGIL abbiamo da tempo espresso la nostra posizione e le nostre proposte e su queste siamo disposti a confrontarci”.