Dopo l’ultimo tragicomico consiglio comunale, al quale non abbiamo partecipato, ma solo assistito, per non rubare un gettone di presenza (di 36 auro), possiamo dire che Valentini e la sua maggioranza hanno toccato un punto difficilmente superabile di sciatteria ed arroganza. Al di la delle schermaglie polemiche e della necessità che il presidente del consiglio comunale si confronti quanto prima con i consiglieri delle opposizioni per giustificare il suo comportamento, vogliamo esternare tutta la nostra preoccupazione per la Fondazione Monte dei Paschi, quella Fondazione che il sindaco afferma in ogni occasione di aver salvato (peccato che tanto per cominciare non volesse come presidente Antonella Mansi, ma quel Prof. Pizzetti recentemente indagato a Bari con l’accusa di aver favorito il figlio in un concorso universitario) e che invece rischia di essere ridotta ai minimi termini.
Con un patrimonio passato in pochi anni da quasi 6000 milioni di euro a 450, ci sembra che parlare di salvataggio sia quantomeno improprio, ma non è probabilmente finita qui. La decisione di partecipare all’aumento di capitale di Banca Monte dei Paschi costerà in questi giorni circa 150 milioni, per continuare a detenere una piccola quota di una banca che verosimilmente non darà utili per anni. Come se non bastasse ci sono da chiarire alcune posizioni, tra tutte il destino di Sansedoni SpA di cui la Fondazione detiene il 67% e che ha un futuro assai incerto, poi c’è da chiudere la pratica Siena Biotech e magari rivedere la questione Fises. Paventiamo il concreto rischio che alla fine dei giochi la Fondazione possa a stento mantenere se stessa e Palazzo Sansedoni (il Palazzo del Capitano è da tempo in vendita).
Con queste premesse appare ancora più risibile la tardiva proposta della maggioranza di identificare nuovo Presidente e nuova Deputazione Amministratrice con un bando pubblico. Andava fatto quando la Fondazione era una delle più ricche di Europa, ora ha il sapore della beffa. Per cercare di salvare il salvabile, che rischia di essere ben poca cosa, è indispensabile invece chiamare quanto prima alla guida della Fondazione persone di Siena totalmente nuove, estranee ai partiti e al sistema di potere che ci ha ridotto in queste condizioni, che vivano la designazione come servizio da rendere alla città senza percepire prebende e che prendano innanzitutto l’impegno solenne di passare dalle enunciazioni ai fatti nel richiamare alle loro responsabilità , in tutte le sedi, i passati amministratori che hanno clamorosamente disatteso lo statuto dell’Istituzione che avrebbero dovuto custodire con amore. Lo statuto stesso andrà modificato, così come gradualmente ma decisamente dovrà essere ridimensionata la struttura per adeguarla alla nuova situazione. E comincino i signori membri della Deputazione Generale a dare il buon esempio rinunciando alla “medaglia” da 1200 euro che percepiscono per ogni seduta. La città si attende un segnale di sobrietà e partecipazione.