“I 7 consiglieri del Partito democratico che hanno votato contro il consuntivo, utilizzano il bilancio come ‘arma di distrazione’ per nascondere il vero terreno di scontro, quello delle nomine all’interno del consiglio di amministrazione della banca. Un atteggiamento irresponsabile giocato sulla pelle della città in un momento di crisi eccezionale, come è totalmente fuorviante e scorretto far passare l’idea che tutto questo avviene in uno scontro fra ex, poiché 6 dei 7 consiglieri che hanno votato contro al bilancio di previsione, rappresentano solo parzialmente l’esperienza e la storia della Margherita, come dimostrano numerose prese di posizione espresse a livello nazionale da Rosy Bindi e Antonello Giacomelli, che hanno espresso giudizi critici nei confronti dei consiglieri comunali. Lo dico con cognizione di causa, provenendo io stesso dagli esponenti della Margherita, essendo stato un iscritto ed avendo assunto in rappresentanza di quel partito l’elezione a consigliere comunale e succesivamente di assessore della precedente amministrazione”. Questo il commento di Massimo Bianchi, capogruppo del Pd in consiglio comunale, dopo che il bilancio consuntivo del 2011 non e’ stato approvato per il voto contrario di 8 consiglieri di maggioranza, di cui 7 del Pd.
“Il dibattito in consiglio – continua Bianchi – si è svolto sulla legittimità del bilancio. Una legittimità certificata dal dirigente del settore finanziario del Comune e dalla relazione dei sindaci revisori che ne hanno attestato la regolarità. Un bilancio legittimo, dunque, frutto del confronto con la giunta, che lo ha approvato all’unanimità, e della scelta di iniziare subito un’azione di attenzione sui conti e di un’anticipazione della manovra, pensato per il 2013, nel caso in cui non fosse stato dato riscontro a quanto concordato con la Fondazione Monte dei Paschi. Il bilancio bocciato dal consiglio, dunque, era legittimo e caratterizzato da tutte le forme di cautela possibili per l’equilibrio dei conti dell’Ente”.
“Il voto negativo sul bilancio consuntivo, inoltre, è incomprensibile se si considera che 6 consiglieri su 8 hanno approvato il bilancio preventivo e tutti gli 8 hanno dato il via libera agli assestamenti votati durante tutti l’anno. E’ come se, dopo aver avallato tutto il percorso senza mai obiettare alcun punto, al momento della fine del percorso, ‘folgorati sulla via delle nomine’, gli 8 consiglieri abbiano scoperto che qualcosa non andava. Se tutto questo risulta incomprensibile dal punto di vista tecnico, ciò che è successo è molto chiaro da un punto di vista politico. Gli interessi di parte e lo spirito di rivalsa per non aver ceduto alle richieste di un ben noto gruppo interno al partito sulle nomine nel cda della banca ha portato Luca Guideri, Lucio Pace, Gianluca Ranieri, Alessandro Piccini, Giancarlo Meacci, Anna Gioia e Giovanni Bazzini a giocare sulla testa della città e dei senesi per i loro interessi di parte e di gruppo. Se avessimo seguito la strada tracciata dall’ordine del giorno presentato da loro in consiglio comunale, avremo dovuto modificare il bilancio, privandolo delle risorse previste dalla Fondazione Mps, dichiarando che non avremo rispettato il patto di stabilità, e subendo così una serie di conseguenze negative, tra cui, subito, il minor trasferimento di 2,6 milioni di euro. Una proposta insensata e che avrebbe penalizzato l’amministrazione comunale e la città. Come per altro è priva di fondamento l’affermazione secondo la quale il gruppo del Pd non si sarebbe mai riunito. Il gruppo del Partito democatrico, infatti, è stato regolarmente convocato due volte e in entrambe le sedute è stata affrontata la discussione nel merito del consuntivo. Chi fa tali affermazioni lo fa solo in modo strumentale per trovare incosistenti giustificazioni al grave fatto politico che ha commesso. Il gruppo di democratici ‘dissidenti’, non ha solo tradito il mandato elettorale, ha tradito la città e la sta esponendo al rischio del commissariamento. Una scelta di cui risponderanno ai cittadini senesi”.