Comune di Siena – L’intervento di saluto del Sindaco Franco Ceccuzzi

Franco Ceccuzzi

“Grazie di cuore per aver risposto, ancora una volta, al nostro invito. Questo incontro chiude ufficialmente un percorso, iniziato tredici mesi fa, con grande entusiasmo e tante aspettative e continuato, giorno dopo giorno, grazie al sostegno di ognuno voi, con energia e tanto impegno. Abbiamo scelto di salutarvi qui, nella Sala delle Lupe, nel cuore del nostro Comune, nel salotto “buono” della casa di tutti i senesi, da dove questo viaggio è iniziato.

Questa sala è stata il fulcro della nostra idea di partecipazione dei cittadini al governo della città ed è stata la cornice della nostra attività e della nostra vita in Comune. E’ qui che abbiamo vissuto tante occasioni che rimarranno dentro di noi. Penso all’invasione allegra e colorata dei bambini delle Contrade, in occasione della premiazione per i Tabernacoli; penso ai tantissimi eventi culturali e ludici; penso alla presentazione di tanti progetti che sono stati pensati per la città e per i senesi. La Sala delle Lupe è stata anche il luogo dell’ordinarietà amministrativa, il crocevia dell’attività del Comune in tutte le sue forme e in tutte le sue sfaccettature.

Per me, in particolare, questa Sala ha voluto dire molto e sono sicuro che sarà uno dei luoghi del Palazzo che più mi mancherà. E’ qui infatti che, giorno dopo giorno, ho avuto modo di stringere un legame forte con i dipendenti e con tanti cittadini che, ogni giovedì, mi sono venuti a trovare. Questa sala ha, ed avrà sempre, il volto di ognuno di loro e di ognuno di voi. Porterò con me le vostre raccomandazioni, le vostre aspettative, le vostre speranze e anche le vostre “tirate d’orecchio”. Mi porterò nel cuore soprattutto l’affetto che mi avete trasmesso nei momenti difficili e l’energia che avete saputo imprimermi, quando la strada era in salita e, incoraggiandomi, mi avete dato quella spinta fondamentale ad andare avanti.

I senesi, lo voglio ribadire, sono davvero una comunità di persone straordinaria. Amano la loro città e la proteggono, in ogni occasione. E lo avete fatto anche con me. Non per Franco Ceccuzzi ma per il vostro sindaco. Vi siete stretti intorno a me, quando il 21 maggio ho scelto di dimettermi e quando, il 5 giugno scorso, il consiglio comunale non ha votato l’ultima variazione di bilancio. Avete capito le ragioni della mia scelta e avete capito anche quanto sia stato difficile e logorante prenderla e subirla. Come ho già detto in più occasioni e stasera lo voglio ribadire, non avrei mai fatto pagare a Siena il prezzo di una ricucitura politica, costruita sull’affossamento di un progetto di governo, pensato per la città e per farla uscire da questa fase difficilissima. Siena meritava e merita di più. Molto di più di quello che potevamo offrirle, rimanendo una giunta a mezzo servizio o peggio una giunta, bloccata nella sua azione amministrativa da lacci e lacciuoli.

Il mio unico rimpianto rimane quello di non aver avuto il tempo materiale per fare tutto ciò che avevamo in mente e per garantire a Siena e ai senesi quella serenità e quella tranquillità di cui avrebbero avuto bisogno, in un momento come questo.

In questi mesi ci abbiamo messo il cuore e la testa per rendere la città più bella, vivibile e a misura di cittadino. Penso, solo per fare qualche esempio, all’introduzione del bonus per i piccoli nati; all’inaugurazione del centro anziani di San Miniato, ai parcheggi rosa, agli interventi per la manutenzione delle scuole; a quelli per il miglioramento delle aree verdi, al progetto pilota per il risparmio e l’efficientamento energetico. Anche grazie a queste piccole e grandi azioni abbiamo contribuito, insieme, a chiudere una stagione vecchia, fatta di autarchia, autosufficienza e di chiusura verso l’esterno.

Un vecchio modo di agire che, troppe volte, in passato, aveva imbrigliato l’energia, l’entusiasmo e la voglia di fare della città. Tutte qualità che erano già nel dna e profondamente radicate dentro Siena e i senesi, e che avevano solo bisogno di essere sollecitate e fatte “venire fuori”.

Abbiamo cercato di agire concretamente in questa direzione, partendo da un rinnovato e più forte rapporto con l’esterno, a partire dalla Provincia e dalla Regione. Con questo spirito è nato e si è concretizzato il Patto per lo Sviluppo, pensato per attrarre a Siena risorse da destinare ai progetti strategici: dal distretto culturale, legato a Siena Capitale europea della cultura 2019; al polo della monetica, fino alle scienze della vita, alla green city e alle infrastrutture. Ma non solo. L’impegno del Comune si è concretizzato anche nella ricerca capillare di investimenti europei e statali. In un solo anno di lavoro siamo riusciti, grazie a professionalità impegnate in questo campo, a vincere bandi e gare europee e nazionali e, soprattutto, abbiamo impresso una svolta decisa per reperire contributi esterni.

Anche l’impegno delle ultime settimane e, poi delle ultime ore, per la variazione di bilancio, si è focalizzato su quella che dovrebbe essere l’attività preminente del Comune: garantire tenuta e coesione sociale durante la crisi. Questo, ne siamo consapevoli, non darà grande impulso, ma intanto è un elemento di salvaguardia per la città e per tutti coloro che non ce la fanno ad arrivare a fine mese.

Le difficoltà di bilancio del Comune di Siena sono note: un’eccessiva dipendenza dalle erogazioni della Fondazione Monte dei Paschi, sia sullo spesa corrente che sull’indebitamento, la copertura dei servizi essenziali legata alla Fondazione, il disavanzo maturato nell’ultimo triennio sul quale potevamo intervenire solo per contenere quello del 2011. In un anno era difficile fare di più di quello che abbiamo fatto, riducendo progressivamente la spesa, aumentando le entrate, cercando di salvaguardare i servizi essenziali.

La situazione di bilancio che abbiamo ereditato era molto difficile da risolvere in soli 12 mesi, per questo nonostante il grande lavoro svolto andrà proseguito il percorso di risanamento. Per questo motivo oggi la Giunta ha approvato con procedura d’urgenza una variazione di bilancio che riassume le due ipotesi respinte dal consiglio per una dimensione strutturale di 4 milioni annui che si protrae nel triennio. A compensare il mancato introito della variazione dell’addizionale Irpef, respinta dal Consiglio, concorrono ulteriori riduzioni di spesa ed una rimodulazione dell’imposta di soggiorno, in quanto unica leva di competenza della Giunta per far quadrare la manovra. L’addizionale Irpef, la quota di compartecipazione ai servizi, e le aliquote Imu rimangono a disposizione delle valutazioni della gestione commissariale. Tutte le gare per i servizi, la momento, in scadenza sono coperte. Nel corso di questo anno di mandato abbiamo subito tagli sui trasferimenti dallo Stato per circa 12milioni di euro (3,5 manovra Tremonti, oltre 8 milioni tra manovra Monti e mancata compensazione sull’Ici). Abbiamo ridotto la spesa corrente per oltre 13 milioni rispetto al consuntivo 2010, aumentato le entrate di circa 17 milioni, considerando il gettito dall’imposta di soggiorno e della quota Imu comunale. Il disavanzo strutturale fino al 2011 era coperto per circa 4,6 milioni tra oneri di urbanizzazione e alienazioni immobiliari, mentre con il bilancio 2012 è stato coperto con una manovra strutturale. La quota coperta dalle erogazioni della Fondazione sui servizi scende da 5 milioni a 1 in modo strutturale. Le altre azioni che sono state intraprese sono il blocco degli investimenti, il blocco dell’indebitamento, l’uso degli oneri di urbanizzazione per investimenti, il sostanziale blocco delle assunzioni, l’integrazione del piano delle alienazioni a servizi del disavanzo degli anni precedenti. E’ stata avviata la rinegoziazione dei Boc con la Banca Mps.

Ci sarebbe voluto più tempo, ma non ne abbiamo avuto. Ci è mancato non solo perché è finito prematuramente il mandato, ma anche perché è precipitata la situazione della Fondazione Monte dei Paschi.

In consiglio comunale ho dato atto alle amministrazioni precedenti, soprattutto negli ultimi dieci anni, di aver esteso molto le prestazioni sociali e dell’istruzione del Comune e di averlo fatto garantendo un’alta qualità dei servizi. Il limite, purtroppo, è stato, fin dal 2009-2010, di non aver operato per portare gradualmente queste prestazioni di qualità da un tetto di spesa, legato alla Fondazione, che si annunciava sempre più precario, a quello più stabile del bilancio comunale.

In questo senso abbiamo fatto di tutto, nelle ultime settimane, grazie anche alla fattiva collaborazione di forze economiche e sociali, per definire una manovra finanziaria che invertisse questa rotta e lasciasse alla città un bilancio più in equilibrio e senza costi sociali, salvaguardando i servizi ai cittadini e, in particolare, quelli per le fasce più deboli. Purtroppo la bocciatura della variazione di bilancio, il 5 giugno scorso, da parte del consiglio comunale ha complicato terribilmente le cose.

Purtroppo, e questo rimarrà come un dolore grande per me, non sono bastate le mie dimissioni per soddisfare chi stava per presentare la mozione di sfiducia. Avevo sperato che, una volta ottenuta la caduta dell’amministrazione comunale, il consiglio potesse valutare, con senso di responsabilità, la variazione di bilancio al riparo della vicenda politica. Non è andata così.

Ce l’abbiamo davvero messa tutta per mettere al riparo almeno luoghi preziosi e strategici per la qualità della vita delle persone. Sono piccoli semi gettati, in un contesto di crisi, ma che, sono sicuro, daranno frutti in futuro e che, soprattutto intendono dare un segnale preciso di continuità rispetto ad una tradizione di governo che ha sempre cercato, pur tra mille ostacoli, di sostenere chi è più in difficoltà e chi ha più bisogno di aiuto.

In questo anno di mandato, ci siamo molto impegnati anche sul fronte dell’urbanistica, approvando il regolamento edilizio e introducendo la conferenza dei servizi che ha snellito i tempi dei pareri sulle pratiche. Due aspetti importanti finalizzati a dare le prime risposte alle esigenze dei cittadini e a sostenere, per quanto possibile, il mercato e le imprese edilizie che vivono con particolare sofferenza questo momento di crisi.

Sul fronte della cultura abbiamo cercato di raccogliere la sfida per Siena Capitale della cultura 2019, richiamando a Siena figure di livello nazionale, come il professor Sacco che sta guidando il difficile percorso della nostra candidatura, insieme a tanti uomini e tante donne senesi. Insieme a loro si è affiancato un Comitato internazionale che raccoglie nomi autorevoli a sostegno di Siena Capitale.

Proprio Siena capitale, credo, possa essere un volano di crescita per il futuro fondamentale per la nostra città, oggi più che mai, in questo momento di difficoltà. Se, infatti, sapremo trasformare le difficoltà in opportunità, partendo dalle eccellenze e dalle tante potenzialità che caratterizzano la nostra comunità, il percorso verso il 2019 potrà essere davvero un cammino essenziale per voltare pagina e ridare prestigio nazionale e internazionale a Siena.

Anche nel Palio abbiamo cercato di imprimere il segno di un cambiamento profondo nel solco della tradizione e della tutela della Festa. Per questo abbiamo lavorato per introdurre alcune sostanziali modifiche al Protocollo 2012 ed a quello dei Farmaci, abbiamo rinnovato parte dell’Equipe veterinaria, inserendo professionisti di altissimo valore; abbiamo reintrodotto le corse nella Pista di Monticiano e costituito un Ufficio Palio strutturato ed efficiente.

Interventi che ora, a pochi giorni dal Palio di Provenzano, ci consentono di guardare con fiducia alle prossime due carriere, affinché possano svolgersi nelle condizioni migliori. La città ha, dentro di sé, la forza per gestirsi in modo assolutamente tranquillo. Confido molto nel senso civico dei senesi, nel loro amore per la città; nel ruolo delle Contrade, chiamate, attraverso il Magistrato ad essere ancora più presenti e responsabili nella vita cittadina.

In questi mesi, ma anche durante la campagna elettorale, ho ripetuto più volte che Siena, è una città con 18 sindaci, uno per ogni rione, oltre a quello per così dire “istituzionale”. Non si trattava di una frase di circostanza né di uno slogan ad effetto, ma era e resta una mia profonda convinzione. In questo anno di lavoro, del resto, ho potuto ancora di più stringere rapporti con i diciassette Priori. Li ho trovati persone preparate, responsabili, profondi conoscitori dei propri rioni e dei propri popoli, e con una visione d’insieme della città che nei prossimi mesi potrà essere un riferimento importante.

Rappresentanti eletti dal popolo del tutto consapevoli del ruolo fondamentale che ricoprono nella vita della nostra città. Un ruolo che, con l’arrivo del commissario, sarà ancora più importante per governare i delicati equilibri che regolano la vita di Contrada nei giorni della Festa e, più in generale, nella stagione del Palio. Da questo punto di vista ho la massima fiducia nel loro operato e nel loro senso di responsabilità. Una fiducia che nasce dai tanti incontri fatti insieme, l’ultimo proprio oggi, dai quali sono sempre emersi l’amore per la città e il senso di attaccamento verso la Contrada come elementi essenziali del loro impegno di cittadini e di contradaioli.

Nei prossimi mesi i senesi potranno contare anche su di loro e tutte le Contrade dimostreranno ancora una volta, nei fatti, che i nostri rioni sono l’elemento più vivo e vitale della nostra città. Non c’era bisogno della crisi per dimostrarlo, ma gioco forza, in questo momento difficile, le diciassette consorelle daranno prova, come sempre, di amore e impegno civico.

Mi avvio a concludere ringraziando nuovamente di cuore tutti voi che, anche oggi, avete risposto in maniera così calorosa alla nostra chiamata. Vorrei lanciare a tutta la città un messaggio positivo e di speranza. Lo voglio fare non perché va fatto per tenere alto il morale di una comunità in difficoltà. Lo voglio fare perché sono profondamente convinto che Siena ce la può fare a superare questo momento. Siena ce la può fare e ce la farà. Me ne sono convinto proprio nelle ore più buie di questi ultimi giorni, quando sono emerse energie che credevo fossero ormai esaurite. Ho capito, lavorando insieme a tante persone che questa città ha delle risorse e delle professionalità che possono farla andare avanti anche nelle condizioni più critiche.

C’era bisogno di segnare una strada nuova e, sono convinto, che pur al prezzo di un sacrificio altissimo, questa strada nuova è stata segnata. La nostra missione, probabilmente, in questa fase era questa. Ora non bisogna lasciarsi prendere dallo sconforto e bisogna andare avanti a testa alta, con entusiasmo e voglia di fare. La differenza tra chi fa politica per amore e per spirito di servizio e chi, invece, la usa pro domo sua sta tutta qui. Nella gioia, da un lato, di affrontare ogni giorno per veder crescere la propria comunità e un modo vecchio e ormai superato di intendere il bene comune, come strumento di potere e di tornaconto personale.

Questa vicenda non mi ha tolto la voglia di battermi per questa città ma anzi mi ha dato nuova energia e una nuova spinta. Al commissario che sarà nominato domani rivolgo a nome della città, in qualità di sindaco uscente, un sincero benvenuto affinché possa lavorare al meglio nell’interesse del Comune e di tutti i senesi. Per quanto mi riguarda sono a sua completa disposizione.

I prossimi mesi saranno molto importanti: per la Fondazione Monte dei Paschi, che si trova in una condizione particolarmente critica e deve concludere il piano di ribilanciamento del debito; per l’Università, impegnata nel piano di risanamento e per la Banca Mps alle prese con un difficile piano di rilancio. Sono tutte operazioni molto difficili ma che sono state avviate e alle quali dobbiamo guardare con grande attenzione.

Colgo l’occasione per salutare tutti i lavoratori dipendenti e autonomi della nostra città, gli imprenditori e tutti coloro che ogni giorno lottano contro la crisi economica. I loro sforzi sono un patrimonio per tutta la comunità, sopratutto adesso in cui serve una grande carica di energia e di positività per uscire dalla crisi con una nuova idea di sviluppo per la città.

Ci voleva una scossa, ci voleva un iniezione di coraggio e di entusiasmo e ci sarebbe voluto il tempo per unire, ancora di più, intorno ad una nuova idea di città e di cittadinanza, esperienze, professionalità e generazioni diverse. Un percorso che avevamo appena iniziato e che non si interromperà oggi né domani, con l’arrivo del commissario. Un cammino che continuerà nel solco di quel rinnovamento che abbiamo scelto di perseguire con forza e che è stato, di fatto, la vera causa dell’interruzione forzata della nostra azione di governo.

Il rammarico per non aver potuto fare abbastanza per questa città che amo e che mi ha dato così tanto, oggi, è attenuato dalla consapevolezza che Siena è cambiata, non tornerà indietro rispetto e pretenderà ancora di più, da chi ambirà ad amministrarla, idee, progettualità, merito, professionalità ed innovazione. La strada è stata aperta e ora si potrà solo chiedere di più. E’ quanto merita questa meravigliosa città che io posso solo ringraziare”.