In riferimento alle recenti notizie di stampa relative alle operazioni denominate ‘Alexandria’, ‘Santorini’ e ‘Nota Italia’, Banca Monte dei Paschi di Siena S.p.A., sentita la Consob, precisa, a beneficio della massima chiarezza sullo stato attuale delle relative analisi e valutazioni, le informazioni già rese con i comunicati del 28 novembre 2012, del 17 gennaio 2013 e del 22 gennaio 2013.
In particolare:
– le analisi in corso relative ad alcune operazioni strutturate poste in essere in esercizi precedenti e presenti nel portafoglio della Banca riguardano ad oggi esclusivamente le operazioni denominate ‘Alexandria’, ‘Santorini’ e ‘Nota Italia’;
– le analisi, avviate nel mese di ottobre 2012 inizialmente su ‘Alexandria’ e successivamente estese anche a ‘Santorini’ e ‘Nota Italia’, essendo attualmente in via di completamento, consentiranno in tempi brevi prevedibilmente entro la prima metà di febbraio al Consiglio di Amministrazione della Banca di valutarne con precisione gli impatti e, quindi, di adottare eventuali misure, inclusa la modifica retrospettiva della relativa rappresentazione contabile. Prima di tale seduta consiliare la Banca non può, ai sensi di legge, comunicare informazioni aggiuntive;
– in via prudenziale e in considerazione dei possibili impatti patrimoniali derivanti dagli esiti delle analisi in corso, la Banca ha richiesto un incremento per 500 milioni di Euro dei ‘Nuovi Strumenti Finanziari’ (i cosiddetti ‘Monti Bond’), in modo che tali impatti patrimoniali possano trovare un’adeguata copertura prudenziale;
– allo stesso tempo, la Banca sta considerando il profilo gestionale delle operazioni in oggetto, vista la loro redditività attualmente negativa, la Banca potrebbe considerare una rinegoziazione della relativa struttura di funding con l’obiettivo di migliorarne il rendimento, restando inteso che si procederà a tale rinegoziazione solo qualora ciò fosse ritenuto conveniente nell’esclusivo interesse della Banca stessa e dei suoi azionisti e senza pregiudizio per la sua posizione giuridica e reputazionale rispetto a quanto accaduto in passato;
– in ogni caso, anche in virtù della richiesta di incremento dei ‘Nuovi Strumenti Finanziari’ per 500 milioni di Euro, si ritiene che la Banca sia in condizioni di assorbire, dal punto di vista patrimoniale, le conseguenze delle scelte finanziarie, contabili e gestionali relative alle operazioni in oggetto.
Inoltre, con riferimento ad ‘Alexandria’ e ‘Santorini’, operazioni per le quali appare presumibile un collegamento con perdite derivanti da investimenti pregressi, si precisa che le stesse rappresentano investimenti effettuati da parte della Banca in BTP a lunga durata, finanziati attraverso operazioni di pronti contro termine e le cui cedole sono state oggetto di asset swap al fine di gestire il rischio tasso assunto. L’analisi relativa a tali operazioni sono da ricondursi al costo della struttura dei finanziamenti dei BTP acquistati dalla Banca, che non costituiscono quindi strumenti derivati bensì operazioni di pronti contro termine su titoli di Stato italiani, e al loro potenziale pricing in collegamento con le perdite derivanti da investimenti pregressi. La Banca inoltre conferma che l‘investimento originariamente effettuato in ‘Santorini’ è stato liquidato nel 2009, mentre quello in ‘Alexandria’ è stato interamente rimborsato alla Banca durante il mese di dicembre 2012.
L’unica operazione oggetto dell’analisi, che peraltro presenta caratteristiche diverse dalle prime due in quanto non collegata a sua volta con gli altri investimenti pregressi effettuati dalla Banca stessa, e che incorporava uno strumento derivato, avente come sottostante il rischio sovrano della Repubblica Italiana, è la c.d. ‘Nota Italia’. A differenza di ‘Alexandria’ e ‘Santorini’, ‘Nota Italia’ è un investimento effettuato dalla Banca nel 2006 in un prodotto di credito strutturato al quale era associata la vendita da parte della Banca di protezione sul rischio sovrano della Repubblica Italiana. Con riferimento a questa operazione la Banca comunica di aver recentemente ristrutturato tale investimento mediante l’eliminazione della sua componente derivativa legata al rischio sovrano Italia e che, a seguito della chiusura del derivato, la rimanente parte dell’investimento iniziale rimane correttamente classificata tra i Loans and Receivables.
Si precisa, infine, che non risulta che alcuna delle operazioni in oggetto sia stata sottoposta all’approvazione del Consiglio di Amministrazione della Banca, in quanto ciascuna rientrava nei poteri delle strutture preposte alla gestione operativa.