“Fa bene il presidente Bezzini, cui va il nostro appoggio, a battersi per mantenere l’identità territoriale e amministrativa di questa provincia. Chi è attaccato alla propria storia, alla propria cultura e alle proprie tradizioni non può che essere a fianco di Bezzini al di là di ogni considerazione di tipo ideologico”.
Inizia cosi l’intervento di Daniele Pracchia, direttore di Confcommercio Siena
“Confcommercio già in estate ha espresso la propria opinione contraria al provvedimento governativo sul riordino delle province – dice Pracchia – Eravamo a luglio e il caldo estivo evidentemente induceva alla sonnolenza e all’apatia i tanti che, solo nelle ultime settimane, hanno cominciato ad agitarsi sull’argomento”.
“Il rischio concreto è che non solo la Provincia di Siena scompaia quale ente amministrativo, ma scompaia anche come entità geografica – sottolinea – Del resto qualche dubbio lo creano le prese di posizione, non tanto dei singoli cittadini o operatori economici, quanto dei primi cittadini di alcuni comuni che, all’indomani del nuovo assetto proposto dal Governo, non si son fatti pregare per esternare posizioni di apertura allo spostamento dei confini geografici”.
“Il sentimento che regna tra i cittadini e gli operatori economici non è univoco – fa notare Pracchia – Si nota soprattutto una tendenza centrifuga verso altre realtà amministrative: chi non disdegna l’appaiarsi a Firenze, chi guarda ad Arezzo, chi addirittura vede in Perugia un possibile sbocco modificando addirittura i confini regionali. Nessuno o quasi vede nell’accorpamento con Grosseto una risposta valida, su cui tutti convengono circa la lontananza sia fisica che storica da Siena”.
“A leggere i giornali viene fuori che anche tra i livelli istituzionali sia la Val d’Elsa che il Chianti guardano a Firenze. Da qualche altra parte si vede una possibile sponda in Arezzo. Perugia già incorpora Terni e spostare di qualche chilometro il confine regionale in fondo non potrebbe costare niente…”.
“Il superamento della provincia di Siena quale ente geografico, oltre che istituzionale – afferma Pracchia – è un “danno collaterale” che rischia di essere molto più disastroso del già inguardabile provvedimento di riordino”.
“Quali sarebbero le conseguenze per la gestione di alcuni servizi “sensibili” come per esempio i rifiuti? – fa notare il direttore di Confcommercio – Che fine farebbe la capacità di un soggetto come la Fises che ha continuato, in tutte le difficoltà presenti, a sostenere l’azione delle imprese del territorio? Per non parlare poi della promozione turistica”.
“Eppure – conclude Pracchia – ci dovrebbe essere un legame tra Siena e il suo territorio, una visione comune che, invece, viene il dubbio, stia esplodendo e che neppure i contributi della Fondazione sia stata capace di radicare. La Fondazione di oggi non è certo quella di tre anni fa (anche se sembrano 3 secoli). E l’ente Provincia come lo abbiamo conosciuto non ci sarà più. Ma questo territorio dovrebbe comunque avere la capacità di continuare a lavorare insieme. E i Comuni di aree omogenee dovrebbero spingere il piede sull’acceleratore dell’integrazione, dei servizi associati, sia che si guardi a Siena sia che si guardi a Arezzo o Firenze”.