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Confesercenti – Commercio, in subbuglio i negozi senesi di abbigliamento

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A fine novembre la maggior parte di loro ha fatto molta fatica a pagare il saldo irap, e qualcuno non ce l’ha proprio fatta. I negozianti senesi del settore abbigliamento sono al culmine delle difficoltà: “nel 2013 o si cambia, o stracciamo le vesti. Sarà così per la maggior parte di noi” sbotta Maria Gliatta, negoziante di Chiusi e Presidente provinciale degli esercenti moda associati a Confesercenti, preannunciando “un imminente salto di tono nell’espressione del nostro disagio”. Chi e cosa dovrebbe cambiare, secondo la rappresentante di un settore che conta alcune imprese in provincia di Siena? “Per salvarci c’è bisogno di interventi a tutti i livelli, locali e nazionale. Il nuovo Governo, quando ci sarà, dovrà prendere atto che la liberalizzazione degli orari dei negozi finora ha penalizzato soprattutto i piccoli. E che un eventuale ripristino delle aperture domenicali dovrebbe essere valido per tutti, anche i centri più grandi, altrimenti cascheremmo dalla padella nella brace”.

“Restando in Toscana – prosegue Maria Gliatta – Regione e Comuni devono darsi una mossa e applicare una legge, quella sugli outlet, che finora si è dimostrata buona solo sulla carta. Un anno fa era stato previsto un utilizzo più rigido della definizione di outlet e della scontistica, ma la nostra impressione è che non sia andata così. Per questo, ad esempio, nei giorni scorsi abbiamo scritto una lettera al Sindaco di Foiano della Chiana per ricordare gli obblighi che gli competono come Amministrazione Comunale: vedremo se saprà risponderci, altrimenti valuteremo altre iniziative”.

Secondo Ia Gliatta, i piccoli negozi si aspettano di essere trattati alla pari degli altri, e non di sottostare ad una vigilanza sull’esposizione dei prezzi più rigida di quanto non avvenga nelle grandi strutture: “non siamo più disposti a tollerare disparità di trattamento. A breve attiveremo su questo tema un coordinamento di tutti gli esercenti moda rappresentati da Confesercenti su scala regionale. Non possiamo andare avanti così, tanto più che stiamo scontando anche una tremenda carenza di liquidità, sulla quale il mondo bancario non dà segno di voler intervenire, e l’accumularsi in magazzino di merce invenduto il cui valore reale sul mercato è ben minore rispetto ai parametri imposti ai negozianti dagli studi di settore”. “Il risultato è un micidiale mix di estrema difficoltà – testimonia anche Fulvio Radi, esercente del settore e presidente di Confesercenti a Colle Val d’Elsa – che settimana dopo settimana sta espellendo molti negozianti dal mercato e creando nuove sacche di povertà e disagio sociale. Ricordiamoci sempre che ogni vetrina che si spenge è un presidio in meno sul benessere sociale”.