Sono ben 833 i pazienti con infarto acuto trattati prontamente grazie
a Siena PrIMA – Provincia per l’Infarto del Miocardio Acuto, dal 2007 ad
oggi. Si tratta di un progetto attivo grazie alla grande collaborazione
tra AOU Senese, Azienda USL7, servizio 118, Misericordia e Pubblica
Assistenza, che permette di intervenire tempestivamente su una
popolazione di 250mila abitanti. Proprio su questo tema si terrà il
convegno “La rete per la gestione della cardiopatia ischemica acuta
nella provincia di Siena”, in programma sabato 13 ottobre, presso
l’hotel Il Piccolo Castello a Monteriggioni. La rete consente, a chi è
colpito da una sindrome coronarica acuta, di arrivare direttamente
presso l’Emodinamica del policlinico Santa Maria alle Scotte, diretta
dal dottor Carlo Pierli, grazie alla prontezza del personale medico del
118. Il progetto richiede una forte sinergia tra Siena 118,
l’Emodinamica e la Cardiologia Ospedaliera delle Scotte e le Cardiologie
di Nottola, Campostaggia e Abbadia San Salvatore. “Grazie alla
collaborazione di tante diverse professionalità – spiega il dottor
Pierli – abbiamo raggiunto ottimi risultati nel trattare l’infarto in
urgenza, con una mortalità intraospedaliera molto bassa, inferiore al
3%. Il nostro prossimo obiettivo è quello di migliorare la mortalità
extraospedaliera, attualmente del 33%, vale a dire legata ai ritardi con
cui i pazienti chiamano i soccorsi. A volte, infatti, i sintomi
dell’infarto vengono sottovalutati o non riconosciuti e il paziente
perde minuti preziosi prima di chiedere aiuto”. Per questo motivo, uno
degli obiettivi dei professionisti impegnati nella rete, è quello di
puntare sull’educazione sanitaria. “Inoltre – conclude Pierli – è
importante far sapere che, per trattare l’infarto, ci sono tante diverse
opzioni terapeutiche, tutte disponibili alle Scotte”. In caso di
infarto, il passare del tempo influisce negativamente sull’esito del
trattamento vale a dire che, mediamente, ogni 15 minuti di ritardo c’è
un aumento di 6 morti ogni 1.000 pazienti trattati. La rete provinciale
dell’infarto ha permesso di diminuire quello che viene chiamato il
Door-To-Balloon, cioè il tempo che passa da quando il paziente riceve il
primo soccorso medico a quando giunge in Emodinamica, che è il centro di
riferimento per l’interventistica.