Nostalgia di Siena per Daniel Barenboim. Il grande maestro argentino-israeliano, che ieri (6 settembre) è stato protagonista nella duplice veste di pianista e direttore della Filarmonica della Scala di un acclamatissimo concerto, sponsorizzato dalla Banca Monte dei Paschi di siena, , si è emozionato nel tornare all’Accademia Musicale Chigiana, dove fu allievo del corso di direzione di orchestra nel 1956.
Arrivato in città intorno alle ore 14, Barenboim si è subito recato a Palazzo Chigi Saracini, sede della prestigiosa istituzione musicale senese, per rivedere i luoghi dove perfezionò il proprio eccezionale talento. Ricevuto con grande cordialità, il maestro ha visitato le sale del Palazzo, ricordandosi perfettamente gli ambienti in cui aveva studiato. Ha anche suonato brevemente il pianoforte Bechstein del 1860 appartenuto a Franz Liszt, recentemente restaurato dalla Chigiana, che lo ha colpito per il suo “suono memorabile”, Dopo aver lasciato una dedica sul libro dei visitatori nella Sala del Cinquecento, Barenboim si è recato in teatro dove ha raccontato agli orchestrali di aver vissuto una “giornata intensa ed emozionante” e di essersi stupito per l’importante restauro di cui è stato oggetto Palazzo Chigi Saracini, che ha consentito di mantenere inalterati gli ambienti che il maestro aveva impressi nella memoria dalla sua giovinezza. Barenboim si è detto onorato che la Chigiana abbia aperto le sale del Palazzo appositamente per lui e per questo avrebbe diretto con grande emozione il concerto serale, felice di farlo con la Filarmonica della Scala con cui ha un rapporto che va ben oltre l’aspetto puramente professionale.
Grandissimo successo dell’evento straordinario con il grande maestro nella duplice veste di pianista e direttore: applausi scroscianti sia al Teatro dei Rinnovati che in Piazza Jacopo della Quercia, dove, per l’occasione, era stato allestito un maxischermo.
Al termine del concerto Barenboim ha ringraziato il pubblico, ricordando che proprio su quel palco aveva diretto il suo ultimo concerto da studente nell’agosto del 1956. “Sono passati 55 anni da allora – ha detto il maestro – spero che non ne passino altrettanti prima di tornare a esibirmi qui”. Ciò a conferma del suo sincero attaccamento all’Accademia Chigiana e alla città di Siena.