Don Giuseppe Acampa ricorda Osvaldo Bonelli

La notizia della morte del nostro fratello Osvaldo mi ha profondamente commosso.
Non si tratta della solita commozione di fronte alla mancanza di una persona cara. E vi assicuro che Osvaldo mi è stato sempre vicino con affetto fin dai primi passi del mio ministero sacerdotale come direttore del Costone e come correttore della Selva e la sua amicizia non è mai venuta meno specie nei momenti più difficili!
Ma la commozione di cui parlo nasce dalla consapevolezza che con Osvaldo viene meno un pezzo di storia della Selva e del Costone.
Sì, Selva e Costone un binomio inscindibile nella vita di Osvaldo.
L’appartenenza alla contrada, prima in ordine cronologico perché “dalla nascita”, per Osvaldo era un tutt’uno con la sua vita di fede, incarnando così autenticamente lo spirito, le tradizioni e il valore della contrada. Spirito contradaiolo, senso civico e fede cattolica erano inscindibilmente fuse nella personalità di Osvaldo.
Proprio questa caratteristica lo ha reso “vero”: attento a tutte le situazioni con quella vis polemica e con quella disponibilità alla novità che tutti ricordiamo. Uomo che ha partecipato attivamente alla vita della contrada, del Ricreatorio e della città rivestendo incarichi e responsabilità, ma sempre uomo del popolo. Attento agli
ultimi, vicino alla gente. Questa storia non deve passare! Osvaldo non vuole portarla dietro! Ce la vuole lasciare!
Vi invito tutti a custodire questa testimonianza di fede e di amore che Osvaldo ci ha dato quasi a “trattenere” quel pezzo di storia, perché non scorra invano ma continui a vivere nel nostro cuore, nella nostra vita.

 

don Giuseppe