Oggi si è festeggiato Sant’Ansano, martirizzato sotto Diocleziano e Massimiano imperatori. Ansano, della nobile famiglia romana degli Anici, ricevuto il battesimo fu per questo denunciato dal padre. Arrestato e sottoposto a torture, riuscì tuttavia ad evadere e a raggiungere Siena di cui divenne l’apostolo e l’evangelizzatore. Molto presto una parte della città fu convertita a Cristo dalla sua efficace predicazione e testimonianza. Il governatore lo fece così arrestare, torturare e decapitare il 1 dicembre del 303. Il corpo rimase sepolto per circa ottocento anni a Dofana, allora nella diocesi di Arezzo. Nel 1107 il vescovo di Siena Gualfredo e quello di Arezzo Gualtiero raggiunsero un accordo e il 6 febbraio i senesi andarono a disseppellire i resti di Ansano per trasportarli solennemente nel proprio duomo accanto a Crescenzio, Savino e Vittore, compatroni della città; la testa del santo fu portata invece nella cattedrale aretina, dove è ancora oggi custodita in un reliquiario d’argento. Il corpo di Ansano fu venerato nel duomo di Siena fino al 1359, quando andò bruciato da un fulmine. Rimangono il braccio sinistro a Dofana e il braccio destro in un reliquiario d’argento nel duomo senese. Per Siena la festa di Sant’Ansano segna l’inizio dell’Anno Contradaiolo. Con una solenne processione che parte da Piazza del Campo le 17 Contrade si recano in Duomo dove, presso l’altare del Santo, l’Arcivescovo di Siena presiede alla celebrazione della Santa Messa.
E’ un momento di grande comunione per la città perchè, oltre al valore religioso, racchiude in sé l’intenso messaggio di unione, nel segno della storia e della tradizione, che rende possibile da secoli l’esistenza delle contrade e del Palio che proprio da oggi riprende vita, in vista della prossima stagione.