Tenuta San Leonardo Vigneti delle Dolomiti Red 2006
Tenuta Sette Ponti Toscana Oreno 2009
Tenute Sella & Mosca Alghero Marchese di Villamarina 2006
Tenute Silvio Nardi Brunello di Montalcino Manachiara 2006
Terre Bianche Rossese di Dolceacqua Bricco Arcagna 2010
Terredora di Paolo Greco di Tufo Loggia della Serra 2009
Testamatta TestamattaToscana 2009
Tommasi Amarone della Valpolicella Classico 2007
Tormaresca Primitivo Salento Torcicoda 2010
Umani Ronchi Rosso Conero Cúmaro 2008
Valdicava Brunello di Montalcino 1990
Velenosi Rosso Piceno Superiore Roggio del Filare 2008
Vietti Barolo Castiglione 2007
Volpaia Chianti Classico Riserva 2008
Zenato Amarone della Valpolicella Classico 2007
Da Abbazia di Novacella a Zenato, una selezione di cento produttori di tutte le regioni italiane. Le famiglie storiche, come Antinori e Frescobaldi, i nomi internazionali come Biondi Santi, Gaja, i Lunelli del Ferrari, e molti altri. Con 30 etichette la Toscana sarà la regione più rappresentata nella lista, per scelta di Wine Spectator. L’idea è di allestire una «vetrina» in cui mettere in mostra il meglio dell’Italia da bere: in modo che il mondo guardi, assaggi, discuta e, soprattutto, compri. Nel 2011 l’export di vino italiano ha raggiunto la quota record di 4,3 miliardi di euro. Molto, ma non basta. Siamo ben piazzati negli Stati Uniti (826 milioni di euro di bottiglie, con un incremento del 13 per cento sul 2010), in Germania (669 milioni, +5 per cento), nel Regno Unito (423 milioni, +9 per cento). Nei nuovi mercati, dove il consumo del vino è in crescita, siamo talvolta ancora poco più che comparse. Per questo l’evento di Wine Spectator con Vinitaly può aiutare a far crescere l’informazione internazionale, quindi gli affari. Quello dell’export sarà il chiodo fisso (e allo stesso tempo la scelta obbligata) del Vinitaly 2012. Anche perché i consumi nazionali di vino sono in costante flessione e la crisi che sembra impoverire il carrello della spesa di molte famiglie è un ulteriore fonte di incertezza. E poi, come spiega Renzo Cotarella, l’amministratore delegato di Marchesi Antinori, ci sono altri fattori che rendono indispensabile per i vignaioli puntare sempre di più su un solido, stabile e crescente export: le difficoltà di distribuzione delle bottiglie in Italia, con il sistema degli agenti e dei corrieri, ad esempio. E poi la fatica di ottenere i pagamenti in tempi ragionevoli, mentre le casse spedite oltreconfine vengono anche pagate in anticipo, oppure l’incasso viene coperto da una polizza assicurativa. DomaniAggiungi un nuovo appuntamento per domani le degustazioni di Opera Wine saranno due, parteciperanno in tutto 500 persone. Ed è proprio da questo club di professionisti e appassionati che si spera possa arrivare una spinta in più per l’export. Con un carico di cento (e non solo) etichette da far conoscere al mondo.